Economia

Martedì 30 Marzo 2021

Crolla il tasso di inflazione in Regno Unito

Il tasso di inflazione in Regno Unito è sceso inaspettatamente allo 0,4% nel mese di febbraio contro lo 0,7% di gennaio, mentre crollano i prezzi dell’abbigliamento e delle automobili di seconda mano. L’Office for National Statistics (ONS) ha comunicato poi un rincaro dei prezzi di benzina e gasolio nel Paese.

Tuttavia, l’impatto sui prezzi al consumo è stato piú che controbilanciato dalle pressioni al ribasso, che hanno visto il crollo dei costi dei viaggi e dei prezzi dei giocattoli.

Per la prima volta dal 2007, i prezzi degli articoli di abbigliamento e delle calzature hanno subito un crollo tra gennaio e febbraio, registrando una diminuzione pari al -5,7% rispetto all’anno precedente. Si tratta del declino annuale piú grande da novembre 2009.

L’ONS ha dichiarato che tra gennaio e febbraio il prezzo del petrolio è aumentato di 3,6 pence al litro, mentre quello del gasolio di 3,4 pence al litro. I prezzi dei carburanti sono invece scesi nello stesso periodo l’anno scorso.

I dati arrivano una settimana dopo l’avvertimento della Bank of England circa l’aumento dell’inflazione al 2% nei prossimi mesi, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia. 

Fonte: https://bbc.in/3u1Ao8c

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Lunedì 26 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Economia svizzera: l'eccedenza di risparmio darà nuovo impulso ai consumi

Credit Suisse ha pubblicato lo studio Monitor Svizzera* per il 1° trimestre 2021

Quest'anno l'economia svizzera dovrebbe ampiamente riprendersi. Gli economisti di Credit Suisse confermano le attese di una crescita economica del 3,5% e della prosecuzione dell’aumento delle spese per consumi, favorito dal fatto che gran parte delle economie domestiche private svizzere ha accumulato, anche nel corso della seconda ondata pandemica, un'eccedenza di risparmio. A trarne il massimo vantaggio dovrebbe essere il commercio al dettaglio non alimentare. Entro la fine del 2021 la performance economica dovrebbe raggiungere nuovamente i livelli pre-crisi. Tuttavia, la pandemia di coronavirus ha prodotto una sensibile perdita complessiva di benessere.

Nell'ultimo anno il prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera è sceso del 2,9%, in misura analoga rispetto alla crisi finanziaria mondiale del 2009 (-2,1%). L'economia ha fatto registrare un andamento da montagne russe: il peggior crollo mai registrato nel secondo trimestre 2020, a cui è seguito un terzo trimestre con la più forte ripresa, che a sua volta nel quarto trimestre ha nuovamente perso slancio. Secondo le stime degli economisti di Credit Suisse la performance economica nel primo trimestre 2021 subirà ancora una leggera contrazione (previsione: -0,5%), prima che si inneschi, con l’avvicinarsi dell'estate, una graduale accelerazione. Per tutto il 2021 gli economisti di Credit Suisse confermano la loro previsione secondo cui il PIL crescerà del 3,5% (previsione di aprile 2020).

*Monitor Svizzera è pubblicato trimestralmente ed è disponibile su Internet in tedesco, francese e inglese all'indirizzo www.credit-suisse.com/monitorsvizzera

La prossima edizione sarà disponibile il 15 giugno 2021.

Per approfondire: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1388

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

 

Ultima modifica: Lunedì 19 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Il debito pubblico britannico raggiunge il record a febbraio

Il governo britannico ha accumulato un debito da 19,1 miliardi di sterline a febbraio mentre continua la lotta alla pandemia globale e alla crisi economica causata dai lockdown nazionali.

Si tratta del debito piú alto che il settore pubblico britannico abbia mai registrato nel mese di febbraio dal 1993, secondo i dati raccolti dall’Office for National Statistics (ONS).

Il debito accumulato dagli enti ammnistrativi del Paese è salito a 333 miliardi di sterline da aprile, il primo mese di pieno lockdown in Regno Unito.

Il debito totale ammonta oggi a 2,131 trilioni di sterline, sempre secondo l’ONS.

Si stima che gli enti del Governo Centrale abbiano speso circa 72,6 miliardi per le attività di amministrazione giornaliera quotidiana a febbraio.

Si tratta di un aumento di 14,2 miliardi di sterline rispetto a febbraio 2020, e comprende 3,9 miliardi a supporto dei lavoratori durante la pandemia da Covid19. 

Il Cancelliere britannico Rishi Sunak, che ha supervisionato la risposta del Tesoro britannico alla crisi economica causata della pandemia, ha dichiarato: “il Coronavirus ha causato uno dei piú grandi shock finanziari che il Paese abbia mai conosciuto, il che motiva le nostre spese da 352 miliardi di sterline, a tutela del lavoro e della vita delle persone. È stata la decisione piú responsabile dal punto di vista fiscale e il miglior modo per proteggere le finanze pubbliche sul medio periodo.”

Fonte: https://bit.ly/31nK296

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

L’economia tedesca resiste alla pandemia

Con l’obiettivo di informare la business community italo-tedesca sugli ultimi sviluppi in Germania, la Camera di Commercio Italiana per la Germania diffonde il contributo della Interessenvereinigung Mittelständische Wirtschaft (IMW) sul tema coronavirus in Germania – status quo e prospettive.

Anche la Germania ha dovuto imparare che il coronavirus, e le ancora più pericolose varianti, sono vere minacce e che il pragmatismo nell’adattarsi alle nuove circostanze non è di per sé migliore della velocità. Infatti, all’inizio dell’emergenza, sia lo Stato che la popolazione sembravano avere la situazione sotto controllo.

Il primo lockdown ha avuto l’effetto sperato, quasi da manuale: grazie all’introduzione di misure severe, l’incidenza del virus si è abbassata. Allo stesso tempo, il Governo federale e i Governi statali hanno dimostrato prontezza decisionale e una migliore gestione della situazione di crisi, adottando immediatamente un pacchetto di aiuti economici del valore di miliardi di euro.

L’economia non doveva soffrire più dello stretto necessario per la lotta contro la pandemia. Il contributo alle imprese in difficoltà, a cui si poteva ricorrere senza grandi sforzi burocratici, si è rivelato un lodevole intervento sia in termini economici che socio-politici. Molte aziende, soprattutto le PMI, sono state in grado di compensare parzialmente le loro perdite economiche e hanno potuto almeno coprire i costi fissi.

Per approfondire: https://itkam.org/togetherweinform-leconomia-tedesca-resiste-alla-pandemia/

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

Ultima modifica: Venerdì 9 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

L’economia polacca è tra le più forti d’Europa

"L’economia polacca è una dei più forti e dinamiche nell'Europa", ha detto il direttore della Banca nazionale della Polonia Adam Glapiński in una intervista per il settimanale "Tygodnik sieci". "Il mio ruolo era assicurare i cittadini che i loro soldi sono al sicuro e che li possono ritirare in ogni momento. Mi pare di avercela fatta nonostante non si fosse prevista la pandemia, questi tempi difficili sono apparsi all'improvviso”.

Secondo il direttore la Polonia si trova in una buona situazione per quanto riguarda l'indebitamento: “Non siamo molto indebitati. La Polonia conduce una politica finanziaria razionale e conservativa. Le nostre riserve valutarie ammontano a quasi 135 miliardi di euro, un certo aumento nel debito invece non è una cosa anormale perché ha toccato tutti i paesi nei tempi della pandemia”. Il direttore ha sottolineato che la maggioranza dei paesi europei è più indebitato della Polonia: “Abbiamo un debito pubblico relativamente basso. L'economia polacca è una delle più forti d'Europa, e forse del mondo. Usciamo più forti da ogni crisi: con perdite piccolissime o pari a zero".

Fonte: https://bit.ly/3ruQMMW

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Import-Export della Germania nel 2020

Il 9 febbraio scorso l’ufficio di statistica del governo tedesco (Destatis) ha pubblicato un report che racchiude i risultati ottenuti dalla Germania nello scambio commerciale con l’estero a fine 2020.
Il documento mette in mostra sia i dati del 2020, sia quelli del 2019, in modo da favorire una comparazione tra la situazione pre- e post-Covid19.

Osservando l’interscambio annuale fra la Germania ed i vari paesi è evidente quanto la pandemia abbia impattato negativamente sui volumi del commercio internazionale. Tuttavia, il documento suggerisce qualcosa in più. I dati sono infatti divisi tra il periodo gennaio – dicembre (resoconto annuale) ed un focus sul mese di dicembre.

Il motivo alla base di questa scelta è infatti quello di evidenziare come, seppur ancora in piena emergenza pandemica, il mercato sembri aver ritrovato il suo ritmo a tal punto da registrare in molti casi bilanci superiori nel mese di dicembre 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Prendendo ora in analisi l’import ed export tra la Germania e l’Italia, i numeri rivelano un export tedesco che subisce un crollo del 10.8% su base annuale, mentre una diminuzione del 2.0% per il mese di dicembre. Per quel che concerne l’import (proveniente dall’Italia), notiamo nuovamente un ristringimento del 5,7% su base annuale, questa volta però accompagnato da un +2.6% nel mese di dicembre. In numeri concreti questo implica uno scambio dall’Italia alla Germania a dicembre 2020 superiore di 100 € Mln rispetto allo stesso mese nel 2019.

Questi risultati suggeriscono alcune considerazioni. Da una parte, osservando l’interscambio commerciale fra la Germania e altri paesi, è possibile delineare un trend positivo sugli ultimi dati resi noti dall’ufficio di statistica tedesco. Pertanto, ipotesi di un mercato che ha imparato a convivere, ed in alcuni casi anche a sfruttare, la pandemia, sono ormai al centro della discussione. In secondo luogo, bisogna riconoscere la capacità che le aziende italiane hanno avuto nel riuscire a migliorare le proprie relazioni commerciali con le controparti tedesche in un periodo del genere.

Fonte: https://bit.ly/3w2zydn

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Martedì 20 Aprile 2021
Lunedì 15 Marzo 2021

Post Brexit: le esportazioni britanniche verso l’UE crollano di 5,6 miliardi di sterline

L’Office for National Statistics (ONS) ha dichiarato che il declino delle importazioni e delle esportazioni britanniche, causato dalla diminuzione dei flussi commerciali con l’UE, ha contribuito a determinare la peggiore performance mensile dell’economia britannica dal 1997.

In particolare, le esportazioni UK verso l’Unione Europea hanno subito un calo del 40,7% a gennaio, nel primo mese dopo l’entrata in vigore effettiva della Brexit e nel periodo di restrizioni piú severe del lockdown nazionale.

Secondo l’ONS, infatti, durante questo periodo le esportazioni britanniche verso l’Unione Europea sono scese di 5,6 miliardi di sterline, mentre le importazioni di 6,6 miliardi.

In seguito alle operazioni di stoccaggio da parte delle aziende e il caos registrato alle dogane in preparazione del periodo di transizione, il declino dell’economia britannica ha comportato il crollo de PIL nazionale del 2,9% rispetto ai livelli di dicembre.

Fonte: https://bit.ly/30JXZh4

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 9 Aprile 2021
Lunedì 15 Marzo 2021

Svizzera - Gli esperti della Confederazione confermano: dopo il graduale allentamento delle misure anti-COVID la ripresa sarà celere

È probabile che il PIL svizzero diminuisca nell'attuale primo trimestre, ma in seguito l'allentamento delle misure anti-COVID dovrebbe comportare una rapida ripresa. L'incertezza rimane eccezionalmente alta.

Dalla fine del 2020 l'inasprimento delle misure per contrastare il virus ha pesato molto sui settori dell'economia. Alcuni comparti del terziario hanno registrato un crollo delle attività. Il gruppo di esperti prevede pertanto, per il 1° trimestre in corso, un forte calo del PIL della Svizzera. Finora, tuttavia, nulla lascia presagire un tracollo di entità analoga a quello della prima ondata dello scorso anno.

Sviluppi epidemiologici permettendo, e se sarà possibile allentare le misure anti-COVID secondo le fasi previste, l'economia nazionale dovrebbe riprendersi molto rapidamente. I consumatori ritroveranno allora diverse possibilità di spendere, poco praticabili nei mesi invernali, e ciò rilancerà le vendite nei settori interessati. In parallelo, l'aumento della domanda mondiale dovrebbe sostenere il ramo dell'export. L'utilizzo delle capacità produttive lieviterà di conseguenza, con ricadute positive sulle attività di investimento in Svizzera. Nel complesso, il gruppo di esperti si aspetta per l'intero 2021 una crescita del PIL del 3,0 % al netto degli eventi sportivi (previsione invariata). L'economia svizzera crescerebbe cioè a un tasso superiore alla media storica, superando il livello del PIL pre-crisi verso la fine del 2021. La disoccupazione dovrebbe diminuire gradualmente e attestarsi a una media annua del 3,3 % nel 2021 (previsione invariata).

Questo scenario presuppone la sostanziale attuazione, a partire dai mesi primaverili del 2021, delle misure di allentamento, senza che sia necessario inasprire le misure a forte impatto sull'economia.

Stando così le cose, la successiva ripresa congiunturale dovrebbe anche guadagnare in ampiezza. Persino i settori economici parecchio esposti, come il turismo internazionale, dovrebbero uscire progressivamente dalla crisi attuale. Per il 2022 il gruppo di esperti prevede pertanto una crescita del PIL del 3,3 % superiore alla media, al netto degli eventi sportivi. Rispetto alle stime del dicembre scorso (3,1 %) il contesto internazionale appare un po' più favorevole e ciò non può che giovare alle esportazioni svizzere. Sulla scia della ripresa economica, l'occupazione dovrebbe chiaramente aumentare, mentre la disoccupazione scenderebbe a una media annua del 3,0 % (previsione invariata).

Fonte: https://bit.ly/3tiJtcp

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Lunedì 15 Marzo 2021
Venerdì 12 Marzo 2021

Le spese dei consumatori britannici subiscono ancora il peso del lockdown

I consumatori britannici apportano ulteriori tagli alle spese durante il secondo mese in lockdown a febbraio. Tuttavia, secondo i dati raccolti martedì da Barclaycard, la fiducia nell’economia del Paese ha raggiunto un picco annuale.

Le spese dei consumatori a febbraio erano infatti inferiori del 13,8% rispetto all’anno prima, non lontani dai dati di gennaio che mostravano un crollo del 16%, sempre secondo la ricerca di Barclaycard.

Gli acquisti di generi di prima necessità, invece, hanno subito un rincaro del 5,3%, così come le vendite online dei supermercati che hanno registrato un aumento. Tuttavia, le spese di beni non essenziali sono crollate del 22,1% e molti business sono rimasti chiusi.

Dopo aver sofferto il piú grande crollo in tre secoli lo scorso anno, l’economia britannica è destinata a crescere rapidamente in seguito al graduale allentamento delle misure restrittive in vigore, che terminerà alla fine di giugno.

In base ad un sondaggio erogato da Barclaycard, la fiducia dei consumatori nei confronti dell’economia britannica è aumentata dal 4% al 28%, il picco piú alto raggiunto dall’inizio della pandemia lo scorso anno.

Molti cittadini stanno ora pensando a come spendere i propri risparmi, accumulati durante questo periodo di lockdown. Un quinto dei britannici che hanno risparmiato piú del solito in tempi di Covid19 hanno espresso la volontà di partire per una lunga vacanza, mentre il 13% si concederà qualche sfizio in piú.

Fonte: https://reut.rs/2OqW4vl

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

 

Ultima modifica: Venerdì 12 Marzo 2021
Venerdì 12 Marzo 2021

Regno Unito: l’aumento delle tasse risanerà il deficit britannico del 60%

Il ministro delle finanze britannico Rishi Sunak vuole ristabilire un equilibrio nelle finanze pubbliche del Paese, appoggiandosi per il 60% sull’aumento delle tasse e per il 40% sui tagli alle spese.

Si tratta di un cambio di rotta significativo rispetto all’approccio adottato dal governo in seguito alla crisi del 2008.

Il programma finanziario annunciato la scorsa settimana da Sunak, infatti, ha predetto un deficit di bilancio pari al 4% del prodotto interno lordo britannico nel 2023/24, contro il 19% del PIL registrato nel 2020/21 - momento storico in cui i prestiti sono serviti a sanare la maggior parte dei costi e delle spese legate alla pandemia globale.

“Se si guarda alla proporzione di questo risanamento di bilancio, confrontato con quello precedente del 2010, il 60% si appoggia ora sulle tasse, mentre il 40% sui tagli alle spese,” ha dichiarato il direttore dell’Office for Budget Responsibility (OBR) Richard Hughes al Comitato del Tesoro britannico.

Ha poi aggiunto che, quando nel 2010 il ministro britannico ha apportato un consolidamento del bilancio nazionale, si è trattato di una manovra perlopiù basata sulle spese pubbliche e meno sul sistema di tassazione.

Fonte: https://reut.rs/2OMa2I6

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 12 Marzo 2021