Sabato 10 Maggio 2025
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Le Donne Danesi e la Leadership Aziendale
Sono passati 161 anni da che il governo danese ha istituito il Danish Trade Act, garantendo, così, alle donne danesi non sposate di lavorare alle stesse condizioni degli uomini. D’allora molto è cambiato, oggi le donne hanno preso il loro posto in tutti i settori lavorativi, dal campo delle costruzioni, alla finanza, al management.
Negli anni, i numerosi studi internazionali e nazionali hanno dimostrato come la diversità all’interno delle aziende sia in grado di rafforzare e consolidare il risultato economico, di migliorarne l’aspetto decisionale e di aumentarne le capacità a innovare. Avere una governance aziendale con diversità ed equilibrio di genere può quindi migliorare le performance aziendali.
In Danimarca, e più propriamente a partire dalle file che compongono lo stesso parlamento danese, le donne rappresentano attualmente il 43% dei suoi membri e il 35% dell’attuale governo ma, ciononostante, la percentuale di rappresentanza femminile in ruoli aziendali di primo piano pare essere ancora molto inferiore.
Nelle aziende danesi, infatti, i consigli di amministrazione continuano ad essere a maggioranza maschile, con percentuali rimaste stabili nell’arco temporale 2014 - 2021. Secondo Denmark Statistics, se noi guardiamo al solo settore produttivo, la proporzione di donne nei consigli di amministrazione è superiore nelle aziende con più di 250 dipendenti, specialmente nelle aziende ad alto contenuto tecnologico dove la loro presenza si attestava al 28% al 2021. Nelle piccole e medie imprese, invece, si registrano i più bassi livelli egualitari tra donne e uomini che ricoprono tali ruoli.
Gender Balance
L’introduzione di una quota di genere in Danimarca ha aumentato il numero di donne all’interno dei consigli di amministrazione. Già nel 2012, la Danimarca aveva introdotto una nuova legislazione volta a spingere le grandi aziende danesi a puntare all’obiettivo del 40% di assunzioni per il "genere sotto rappresentato" all’interno dei loro consigli di amministrazione; legge, questa, che ha creato un’improvvisa richiesta di più donne nei consigli di amministrazione con conseguente raddoppiato delle posizioni femminili dopo la riforma.
Tuttavia, oggi la Danimarca si colloca solamente al centoduesimo posto secondo il World Economic Forum per quanto riguarda l’uguaglianza di genere e, soprattutto, la presenza delle donne nei vertici aziendali.
Consigli di Amministrazione femminili e legami familiari
Se è vero che l’introduzione di una quota rosa in Danimarca abbia portato ad un maggior reclutamento delle assunzioni femminili in posizioni aziendali apicali, allo stesso tempo, uno studio condotto dal Department of Economics in UCPH ha mappato la presenza delle donne nei consigli di amministrazione e le connessioni tra loro ed eventuali legami di natura familiare. Le donne, infatti, con legami familiari con direttori e amministratori delegati in carica hanno più del doppio delle probabilità di entrare in un consiglio di amministrazione.
In conclusione, il sopracitato studio mette in dubbio gli effetti reali di queste norme, concludendo che la legge, anziché sostenere una più ampia diversità basata sul merito e facilitare l'accesso ai consigli di amministrazione per tutte le donne qualificate, possa aver spianato la strada a nomine legate alla famiglia.
La Danimarca e la comunità LGBT+
La Danimarca si configura come uno dei maggiori paesi friendly per la comunità LGBT+. Il paese è, infatti, uno dei primi ad aver introdotto nel 1989 il diritto per le coppie omosessuali di contrarre in matrimonio; nel 2023 la Danimarca si è qualificata come il terzo paese in Europa per apertura e grado di protezione legale riconosciuto alle persone LGBT+. Quest’apertura e le sue forme di tutela hanno fatto della Danimarca un paese riconosciuto come liberale e dalle larghe vedute.
Tuttavia, le statistiche mostrano come ancora le persone LGBT+ subiscano discriminazioni e sfide, tant’è che una persona su tre nel paese, si stima subisca discriminazioni basate sulla propria identità di genere. Ciò dimostra come si debba continuare a lavorare sulle loro tutele e a livello culturale.
Un’ulteriore vittoria per tale comunità è stato il Marriage Act del 2012 che ha riconosciuto l’opportunità per le coppie omosessuali consacrare le proprie unioni all’interno della stessa chiesa evangelico-luterana con pari diritti delle coppie eterosessuali.
Migliori diritti per le famiglie arcobaleno
Negli ultimi anni, in Danimarca si sono registrati dei progressi per quanto riguarda le famiglie arcobaleno. Per esempio, nel 2022 il Parlamento danese ha approvato una legge che prevede che le coppie lesbiche non debbano più dimostrare come è stato concepito il loro bambino. E la partner femminile della donna incinta diventerà automaticamente co-madre e quindi genitore legale del bambino. Inoltre, sono state approvate nuove regole per il congedo parentale delle famiglie arcobaleno. A partire da gennaio 2024, la normativa prevede accordi flessibili per le famiglie LGBT+, in cui fino a quattro genitori - i due genitori legali e i due genitori sociali - possono condividere una parte del congedo parentale.
«Credo che la Danimarca sia il primo Paese al mondo in cui è possibile dividere il congedo parentale tra le famiglie in questo modo. È un riconoscimento storico per le famiglie arcobaleno il fatto che ora sia possibile condividere il congedo parentale tra più di due genitori», afferma l'amministratore delegato di LGBT+ Denmark, Susanne Branner Jespersen.
Conclusioni
Se sul fronte della parità di genere la Danimarca, come il resto dei paesi europei, ha sicuramente ancora tanta strada da fare, sul fronte dei diritti civili l’ago della bilancia pende verso un’importante prospettiva liberale che, nell’attuale contesto mondiale, la portano a qualificarsi come uno dei paesi con le più ampie vedute, in cui le persone di qualunque orientamento possono trovare un ambiente integrativo e proattivo.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
La regione della città di Glasgow e il nord-est della Scozia saranno le nuove zone di investimento in UK, a seguito di un accordo tra il governo britannico e quello scozzese. Le zone di investimento sono una parte cruciale della politica del governo del paese per fornire crescita economica, più posti di lavoro, e nuove opportunità per la popolazione locale.
Gli incentivi fiscali e i finanziamenti messi a disposizione dai due governi attrarranno investimenti, miglioreranno le competenze dei lavoratori, forniranno supporto specializzato alle imprese e miglioreranno le infrastrutture.
Le zone di investimento copriranno principalmente istituti di ricerca come le università, e si concentreranno nello sviluppo di alcuni settori prioritari come la tecnologia, le industrie creative, le scienze della vita, la produzione avanzata e il settore green. Sosterranno i cluster per aumentare la competitività del paese nelle industrie ad alto potenziale, sfruttando i punti di forza e le risorse esistenti per aumentare le opportunità per le comunità locali e guidare la crescita della produttività.
Il segretario di Stato per il livellamento economico Michael Gove ha dichiarato: “Questa è una pietra miliare storica poiché amplieremo l'opportunità del programma di Investment Zone, per far crescere l'economia in tutto il Regno Unito. Apprezzo molto l'approccio costruttivo che il Primo Ministro e il Vice Primo Ministro hanno mostrato negli incontri che ho avuto con loro nelle ultime settimane. Vogliamo lavorare insieme per vedere prosperare l’intero paese. Sia Aberdeen, Glasgow, e le aree circostanti, sono state al centro del successo economico del Regno Unito per generazioni, grazie a loro siamo riusciti a sviluppare importanti costruzioni navali sul Clyde e ad ottimizzare la ricerca di petrolio e gas nel Mare del Nord”.
Le due aree del partenariato economico scozzese beneficeranno ciascuna di investimenti finanziari complessivi da 80 milioni di sterline su un periodo di cinque anni. I leader regionali, le imprese e le università assumeranno un ruolo guida nella definizione dei piani regionali, per garantire che le zone di investimento possano sviluppare uno spirito imprenditoriale. Le discussioni inizieranno ora con entrambe le regioni per presentare proposte dettagliate.
Il Segretario di Stato britannico per la Scozia, Alister Jack, ha affermato: “Questa è una notizia entusiasmante per Glasgow e Aberdeen: l'istituzione di due zone di investimento in queste aree rafforzerà i loro punti di forza già esistenti, contribuendo ad attrarre investimenti, far crescere la nostra economia e creare posti di lavoro in settori prioritari. Ciò si baserà sui grandi progressi già osservati con i Freeport a Inverness, Cromarty Firth e Firth of Forth.
Abbiamo lavorato in sinergia con il governo scozzese, il che dimostra ancora una volta gli obiettivi che possiamo raggiungere quando i due governi lavorano congiuntamente. Il Regno Unito è concentrato sul livellamento economico in tutto il paese, il che include l'investimento di oltre 2,2 miliardi di sterline in progetti in Scozia".
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La produzione automobilistica in UK è aumentata per il quarto mese consecutivo a maggio, trainata da una maggiore domanda di veicoli elettrici. La Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) ha dichiarato che sono state prodotte 79.046 auto il mese scorso, con un aumento di quasi il 27% su base annua. Questo è ancora inferiore del 31,9% rispetto ai livelli di produzione del 2019.
Mentre l'allentamento delle restrizioni della catena di approvvigionamento ha incrementato la produzione di veicoli, l'industria automobilistica continua a fare i conti con le regole sulle esportazioni post-Brexit. In base all'accordo commerciale concordato con l’Unione Europea, la regola sull'origine richiede che, per poter beneficiare di un commercio senza tariffe, una percentuale delle componenti dei veicoli elettrici dell’automobile dovrà essere prodotta localmente – questo a partire dal 2024.
I volumi combinati di veicoli elettrici ibridi, ibridi plug-in ed elettrici a batteria sono aumentati del 95,4% a maggio, raggiungendo le 27.636 unità, ed hanno rappresentato il 35% di tutte le auto prodotte - ha affermato SMMT.
Le esportazioni hanno rappresentato il 79,5% della produzione totale, con l'UE che rimane il mercato più grande.
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
I ricercatori dell'Istituto di Ricerca Economica Applicata (Ipea) hanno rivisto dall'11,6% al 13,2% la stima di crescita del settore agricolo nel 2023. La giustificazione dell'alta sopra prevista nel primo trimestre dell'anno, confrontando la previsione con il risultato rilasciato dall'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), è la revisione al rialzo della produzione di bestiame e colture con un peso significativo nel valore aggiunto di colture, come la soia.
Secondo i dati del Sistema dei Conti Nazionali Trimestrali dell'IBGE, il settore agricolo è cresciuto del 18,8% nel primo trimestre di quest'anno. La previsione Ipea, fatta a marzo, era di una crescita interannuale del 13% anche nello stesso periodo.
Tale differenza è giustificata, tra l'altro, dalla revisione positiva delle stime sulla produzione di soia, la cui previsione di crescita è stata rivista dal 21,3% ad un incremento del 24%, secondo l'ultima Indagine Sistematica sulla Produzione Agricola dell'IBGE.
Anche la produzione bovina ha presentato un risultato superiore a quanto precedentemente previsto da Ipea, con un incremento del 3% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente.
Altri punti salienti sono la revisione delle stime di produzione per la canna da zucchero e il mais, che sono cresciute rispettivamente dall'1,3% e dal 10,2% al 6,6% e all'11,5%. Nell'allevamento, la produzione bovina ha guadagnato importanza e la stima annuale per il segmento è stata rivista dal 2,6% al 3,3%.
Secondo Ipea, anche l'aspettativa di crescita della produzione di caffè e cotone dovrebbe contribuire al mantenimento di elevati tassi di crescita interannuale del settore agricolo nel secondo e terzo trimestre di quest'anno.
Il ricercatore di Ipea José Ronaldo Souza Júnior e il ricercatore associato Pedro Garcia hanno fatto le nuove proiezioni sulla base di nuove stime dell'Indagine Sistematica sulla Produzione Agricola e delle Indagini Trimestrali sulla Macellazione, sul Latte e sulle Uova di Gallina dell'IBGE.
Fonte: https://tinyurl.com/52y73rty
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Gli investimenti esteri in Spagna hanno superato i 34.178 milioni di euro (M€) in termini lordi nel 2022, che è la seconda cifra più alta raggiunta da quando i dati sono stati registrati (1993), secondo i dati pubblicati nel Registro degli Investimenti esteri DataInvex del Segreteria di Stato per il Commercio. Rispetto al 2021, si tratta di un aumento del 13,9%.
In termini netti, la cifra degli investimenti non ETVE ha raggiunto i 23.892 milioni di euro, il 9,8% in più rispetto al 2021. Analizzando i dati dell'ultimo anno, oltre l'87% degli investimenti esteri si è diretto a società non quotate.
Geograficamente, gli Stati Uniti sono il principale investitore in Spagna, concentrando l'emissione del 27,7% dei flussi di investimento non-ETVE ricevuti dal paese. Seguono il Regno Unito (con il 17,8% dell'investimento) e la Germania (14%).
L'Italia si posiziona al 7º posto con investimenti lordi per un totale di 991 milioni di € nel 2022, una cifra superiore del 24,6% ai 795 milioni dell'anno precedente, e una media di 1094 milioni di € annuali nel periodo 2018-2022.
Per settori, più della metà del totale degli investimenti esteri in Spagna (55,1%) riguarda i servizi, seguiti dal settore industriale (42,2%) e, successivamente, dalle costruzioni (2,5%) e dal settore primario (0,2%) . Inoltre, nel 2022 il settore manifatturiero ha superato i 10.111 milioni di euro, un record. Il settore delle telecomunicazioni ha ricevuto oltre 2.713 milioni, il miglior dato degli ultimi 10 anni. Le energie rinnovabili nel loro complesso hanno ricevuto oltre 2.800 milioni, di cui 872 milioni sono andati all'eolico (terzo miglior dato della serie storica) e 1.971 al solare (quarto miglior dato della serie). Il settore programmazione e informatica ha raggiunto la cifra di 1.400 milioni, secondo miglior dato della serie dopo il 2021. Il settore ricerca e sviluppo ha superato gli 800 milioni di euro, più del doppio rispetto a qualsiasi altro anno.
Investimenti esteri da parte delle comunità autonome (regioni)
La Comunità di Madrid, i Paesi Baschi, la Catalogna, la C. Valenciana e l'Andalusia sono le regioni che hanno ricevuto i maggiori investimenti estero nel 2022. Madrid, in particolare, ha rappresentato la destinazione di oltre il 50% del valore degli IDE in Spagna. Le cinque Comunità Autonome menzionate rappresentano l'87,6% di tutti gli investimenti esteri ricevuti. Andalusia, l'Aragona, la Castiglia-La Mancia ei Paesi Baschi hanno tutti raggiunto i loro migliori dati storici.
Investimenti in progetti greenfield
Gli investimenti esteri in progetti greenfield in Spagna hanno raggiunto il livello più alto dell'intera serie storica nel 2022, superando i 44,560 milioni di dollari e hanno creato più di 96.000 posti di lavoro, secondo FDI Markets, il database dei progetti greenfield del Financial Times Group.
La Spagna ha ricevuto 860 progetti greenfield da capitali stranieri nel 2022, il che colloca il Paese iberico al sesto tra quelli che hanno ricevuto il maggior numero di progetti greenfield a livello globale, davanti a potenze come Cina, Francia o Giappone. Il numero di progetti greenfield è aumentato nell'ultimo anno rispetto agli 838 progetti di questo tipo nel 2021 e ai 554 nel 2020.
La Spagna inoltre sta registrando risultati molto promettenti anche nelle forme più avanzate e produttive di investimento estero. Nel 2022, infatti, il Paese è stato il terzo destinatario mondiale di progetti greenfield nel settore 'Energie Rinnovabili' e nel settore "ICT e Infrastrutture digitali", il 4° Paese che riceve il maggior numero di progetti che prevedono lo svolgimento di attività di R&S ed il 4° nel numero di progetti nell'ambito dell'automotive o legati all'idrogeno pulito.
Fonte: https://tinyurl.com/24c8k2jh
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
Decine di migliaia di nuovi posti di lavoro saranno creati in tutto il Regno Unito grazie a miliardi di sterline di investimenti esteri. Le nuove statistiche del governo rivelano che saranno creati quasi 80.000 posti di lavoro grazie a oltre 1.600 progetti di investimenti esteri diretti (IDE) in tutto il Regno Unito come Scozia, Galles, Inghilterra settentrionale, Midlands e sud-ovest.
Secondo i dati pubblicati, le regioni settentrionali dell’Inghilterra hanno registrato enormi guadagni nell’ultimo anno, con Yorkshire e The Humber che hanno ottenuto 103 progetti di IDE, creando 7.378 nuovi posti di lavoro - un aumento del 97% rispetto al 2021/22 e del 423% rispetto al 2020/21 - mentre nel nord-ovest e nel nord-est, si sono registrati 198 progetti.
Inoltre, in soli tre anni, il Nord Ovest e il Nord Est hanno visto 604 nuovi progetti, portando a 25.872 nuovi posti di lavoro. Le Midlands hanno registrato decine di nuovi progetti: nel 2022/23 sono stati assegnati 265 progetti di IDE con 11.091 posti di lavoro, e 47 progetti in Galles con 3.062 posti di lavoro - un aumento del 71% rispetto ai 1.793 del 2021/22.
Il ministro degli investimenti britannico Lord Johnson ha dichiarato: “Queste statistiche dimostrano che il Regno Unito è un ottimo posto per investire e un fantastico trampolino di lancio per avviare nuove attività di successo. I dati odierni confermano che gli investitori guardano oltre Londra e il sud-est del paese, alla ricerca di opportunità di crescita. Questi investimenti supportano le nostre industrie e creano posti di lavoro per il futuro, dall'industria aerospaziale e automobilistica ai servizi finanziari e tecnologici. Guardiamo ora al Northern Ireland Investment Summit e al Global Investment Summit di questo autunno, che riuniranno alcuni dei più grandi attori del mondo”.
Il settore automobilistico ha visto 76 nuovi progetti di IDE nel 2022/23, portando a 3.807 nuovi posti di lavoro – rispetto ai 1.786 di due anni fa. Il governo sta cercando di rendere il Regno Unito una superpotenza tecnologica e scientifica entro il 2030 e gli ultimi dati confermano che sta andando nella direzione giusta. Il settore delle scienze della vita vedrà 3.546 nuovi posti di lavoro, mentre le biotecnologie e i prodotti farmaceutici ne vedranno 2.089. Complessivamente negli ultimi tre anni, entrambi i settori avranno visto 15.608 nuovi posti di lavoro dai soli progetti di IDE.
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il Regno Unito ha firmato un memorandum con l'UE per aumentare la cooperazione sui servizi finanziari. Insieme istituiranno un forum per incontrarsi due volte l'anno e discutere la regolamentazione sugli standard del settore.
Il cancelliere Jeremy Hunt ha affermato che la costruzione di una relazione cooperativa sarà di reciproco vantaggio, vista l’interconnessione tra i mercati finanziari UK e UE. Il memorandum d'intesa che è stato firmato è qualcosa di nuovo nell'accordo commerciale e di cooperazione post Brexit. "Entrambe le parti condivideranno informazioni sul settore e lavoreranno insieme per affrontare sfide comuni e coordinare le proprie posizioni" - come affermato dallo stesso memorandum.
Daniel Ferrie, portavoce della Commissione Europea, ha dichiarato che la cooperazione "creerà un forum per facilitare il dialogo tra le due parti". "Questo non ripristinerà tuttavia l'accesso del Regno Unito all'UE, né pregiudicherà le nostre future decisioni". A marzo, Regno Unito e UE hanno firmato il Windsor Framework, con l’obiettivo di facilitare il passaggio delle merci in arrivo in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna, riducendo così il numero di controlli. L'accordo è stato visto come un segno di miglioramento delle relazioni tra le due parti.
Dopo il Windsor Framework, la firma del memorandum sui servizi finanziari è un'altra indicazione che il Regno Unito è diventato più conciliante nel suo approccio all'UE, rispetto ai precedenti primi ministri Boris Johnson e Liz Truss, e potrebbe potenzialmente segnalare un maggiore allineamento in futuro. Jeremy Hunt ha affermato che si tratta di un "importante punto di svolta", mentre il commissario per i servizi finanziari dell'UE, Mairead McGuinness, ha dichiarato che il Windsor Framework "ha permesso di proseguire le relazioni con il Regno Unito attraverso un partenariato congiunto, basato sulla fiducia, la cooperazione e la fornitura di benefici per i cittadini di entrambe le parti".
L'UE ha rappresentato il 37% delle esportazioni UK di servizi finanziari nel 2019 e il Regno Unito ha mantenuto la sua posizione di centro finanziario europeo più importante anche dopo la Brexit.
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La presidente dell'Associazione dei produttori, produttori e assemblatori di motociclette in Venezuela (Aifem), Xiomara Hoyos, ha assicurato lunedì 26 giugno che circa 280.000 motociclette saranno assemblate in Venezuela nel 2023.
Hoyos ha indicato che la riattivazione della produzione e l'aumento delle vendite è dovuto "all'uso efficiente della benzina nelle motociclette e ai suoi prezzi favorevoli".
Allo stesso modo, la presidente dell'Aifem ha affermato che il numero di motociclette potrebbe raggiungere il milione in tutto il Paese, e ha sottolineato che la capacità installata delle società di assemblaggio è di almeno un milione e cinquecentomila motocicli.
Fonte: https://tinyurl.com/4w3xjcuy
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)
Il progetto ingegneristico per la creazione di un impianto di energia a fusione dell'UKAEA, STEP, situato nel Nottinghamshire, sarà sviluppato per la prima volta in un ambiente virtuale altamente coinvolgente, noto come "Metaverso industriale". La collaborazione tra UKAEA, Dell Technologies, Intel e l'Università di Cambridge esplorerà come i supercomputer e le tecnologie di intelligenza artificiale con capacità predittive avanzate, possano fornire una copia del progetto STEP.
Il progetto consentirà agli scienziati e agli ingegneri di STEP di creare un design nel mondo virtuale per garantire la prontezza dell'ecosistema, un buon rapporto qualità-prezzo e aiutare STEP a raggiungere il suo obiettivo di fornire elettricità alla rete entro il 2040. L'exascale computing, la nuova generazione di tecnologia informatica, fornirà inoltre potenti analisi per testare i concetti iniziali di STEP.
La collaborazione riunisce ricerca e innovazione di livello mondiale e sostiene le ambizioni del governo per rendere il paese una superpotenza scientifica e tecnologica. L'energia da fusione promette di offrire potenzialmente energia sicura, a basse emissioni di carbonio e più sostenibile. L'obiettivo dei futuri propulsori a fusione è quello di non emettere gas serra e non si prevede che abbiano rifiuti radioattivi di alto livello e di lunga durata associati alla fissione nucleare.
Lo sviluppo dell'energia da fusione presenta una delle sfide scientifiche e ingegneristiche più difficili al mondo. Ciò include la progettazione di materiali avanzati in grado di resistere a condizioni estreme all'interno di un propulsore a fusione per confinare un gas caldo, noto come plasma, per produrre energia.
Il dott. Rob Akers, direttore dei programmi informatici, UKAEA, ha dichiarato: "Il supercalcolo exascale e l'avvento dell'era dell'IA sono pietre miliari essenziali e potenzialmente trasformative che aiuteranno il Regno Unito a garantire che STEP raggiunga la sua missione di collegare l'energia di fusione alla rete nazionale entro il 2040. Queste potenti tecnologie ci consentiranno di incorporare robustezza, flessibilità e resilienza: credo fermamente che il futuro dell'energia sostenibile si baserà su questo. Il mondo ha un urgente bisogno di fornire sicurezza energetica e combattere il cambiamento climatico. Questo è un viaggio che dobbiamo intraprendere insieme, coinvolgendo tutti coloro che saranno determinanti nella fornitura di energia da fusione”.
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Dalla produzione di cornflake alimentata a idrogeno alla distillazione di whisky scozzese a basse emissioni di carbonio: alcune aziende del Regno Unito hanno ricevuto oltre 80 milioni di sterline di finanziamenti governativi per abbandonare i combustibili fossili a favore di alternative più pulite.
La multinazionale Kellogg's è tra i 29 progetti accreditati che dovranno cambiare i loro processi di produzione per ridurre le emissioni. L'azienda prevede di utilizzare l'idrogeno per alimentare il proprio processo di produzione di cereali a Manchester, sostenuto da oltre 3 milioni di sterline di investimenti governativi.
Nel frattempo, anche uno dei più antichi produttori di whisky della Scozia, Annadale Distillery, farà un passo verso un nuovo futuro a basse emissioni di carbonio, con un investimento governativo di 3,6 milioni di sterline nella nuova tecnologia di riscaldamento termico. Questo vedrà la distilleria lavorare con Exergy3 Ltd per sviluppare un sistema di immagazzinamento dell'energia elettrica in speciali mattoni di ceramica, per poi produrre gas di riscaldamento che potrebbe decarbonizzare completamente il processo di produzione del whisky.
Il ministro per la Sicurezza Energetica e Net Zero Graham Stuart ha dichiarato: “I grandi produttori del nostro paese si stanno impegnando a ridurre le emissioni di carbonio e le bollette energetiche, sostenendo i nostri sforzi per aumentare la sicurezza energetica del paese. L’investimento governativo di oltre 80 milioni di sterline li aiuterà ad andare oltre, utilizzando la scienza, le tecnologie e le nuove fonti energetiche per tagliare i legami con i combustibili fossili e rendere le loro industrie a prova di futuro”.
Il ministro annuncerà i progetti vincitori al Climate Innovation Forum, dove inviterà i leader del settore e gli organismi internazionali a sostenere la transizione green, come parte fondamentale della London Climate Action Week.
I progetti energetici che riceveranno il sostegno governativo faranno parte dell'ultimo round del Net Zero Innovation Portfolio da 1 miliardo di sterline, che mira a potenziare le tecnologie a basse emissioni di carbonio da utilizzare nelle industrie britanniche. La decarbonizzazione dell'industria è una parte fondamentale della corsa al Net Zero.
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)