Notizie mercati esteri

Giovedì 15 Luglio 2021

ASEAN e UE concludono il primo accordo mondiale sui trasporti aerei

L’associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) e l’Unione Europea (UE) con i propri stati membri hanno concluso i negoziati sull’accordo globale sui trasporti aerei ASEAN-UE (AE CATA) durante la riunione straordinaria degli alti funzionari per i trasporti ASEAN-UE tenutasi il 2 Giugno virtualmente.

L'AE CATA è il primo accordo mondiale sul trasporto aereo da blocco a blocco che rafforzerà la connettività e lo sviluppo economico tra i 37 Stati membri dell'ASEAN e dell'UE. In base all'accordo, le compagnie aeree dell'ASEAN e dell'UE avranno maggiori opportunità di operare servizi passeggeri e cargo tra le due regioni ed oltre. Le compagnie aeree dell'ASEAN e dell'UE potranno infatti effettuare qualsiasi numero di servizi tra le due regioni. Inoltre, le compagnie aeree potranno effettuare fino a 14 servizi passeggeri settimanali e qualsiasi numero di servizi cargo attraverso e oltre qualsiasi paese terzo.

L'accordo aiuterà a ricostruire la connessione aerea tra ASEAN ed Europa che è stata decimata dalla pandemia di COVID-19, aprendo nuove opportunità di crescita per l'industria aeronautica in entrambe le regioni. Entrambe le parti hanno espresso l'intenzione di mantenere strette discussioni e coordinamento per ridurre al minimo le interruzioni dei servizi aerei causate dalla pandemia.

Questo importante accordo riflette il recente pensiero politico nella regolamentazione del trasporto aereo, comprendendo solide disposizioni in materia di concorrenza leale e questioni relative alle attività commerciali. Oltretutto, l'AE CATA fornisce la base per una più stretta cooperazione tra l'ASEAN e l'UE nei settori della sicurezza aerea, gestione del traffico aereo, protezione dei consumatori e questioni ambientali e sociali. Questa più profonda cooperazione si basa su iniziative esistenti come il ‘programma potenziato di sostegno all'integrazione regionale ASEAN dell'UE (ARISE Plus)’ sull'assistenza tecnica e lo sviluppo di capacità; ‘Cooperazione UE - Sud-Est Asiatico per mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici dell'aviazione civile: schema di compensazione e riduzione del carbonio per l'aviazione internazionale (EU-SEA CCCA CORSIA)’, che sostiene l'attuazione di CORSIA; e il progetto EU-South East Asia Aviation Partnership (EU-SEA APP).

Dato Lim Jock Hoi, segretario generale dell'ASEAN, ha dichiarato come: "Con 10,5 miliardi di dollari di flussi di investimenti esteri diretti e 226,2 miliardi di dollari di scambi di merci nel 2020, l'UE è già la terza fonte di investimenti e il terzo partner commerciale per l'ASEAN. L'AE CATA rafforzerebbe in modo significativo la connettività aerea tra l'ASEAN e l'Europa e avvicinerebbe ulteriormente le due regioni. Ciò consentirebbe loro di raccogliere ulteriori benefici economici”.

Nel frattempo, Ms. Adina Vălean, commissaria europea per i trasporti, ha dichiarato: "La conclusione di questo primo accordo sul trasporto aereo "da blocco a blocco" segna un'importante pietra miliare nella politica dell'aviazione estera dell'UE. Fornisce garanzie essenziali di concorrenza leale per le nostre compagnie aeree e l'industria europea, rafforzando al contempo le reciproche prospettive di commercio e investimento in alcuni dei mercati più dinamici del mondo. È importante sottolineare come questo nuovo accordo fornisca anche una solida piattaforma per continuare a promuovere standard elevati in materia di sicurezza, gestione del traffico aereo, ambiente e questioni sociali in futuro. Sono molto grata per l'approccio costruttivo di tutte le parti coinvolte, che ha reso possibile questo storico accordo”.

Il sig. Sun Chanthol, presidente della riunione dei ministri dei trasporti dell'ASEAN e ministro senior e ministro dei lavori pubblici e dei trasporti della Cambogia, ha dichiarato: “L'ASEAN plaude a questo risultato significativo. L'accordo comporterebbe una maggiore connettività tra l'ASEAN e l'UE, a vantaggio di una popolazione complessiva di 1,1 miliardi di persone, consentendo maggiori affari, commercio, turismo e legami interpersonali tra le due regioni".

L'ASEAN e l'UE presenteranno ora l'AE CATA per lo scrubbing legale in preparazione della firma in data successiva da confermare.

Fonte: https://bit.ly/3yDEdmu

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Lunedì 2 Agosto 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

La Danimarca approva la costruzione di un’isola artificiale

Il 4 giugno il parlamento danese, il Folketing, ha approvato la costruzione dell’isola artificiale Lynetteholm che si estenderà su 2,8 kmq a nord dell’isola di Refshaleonen, l’ex area industriale del porto di Copenhagen, estendendo lo spazio occupato dalla capitale danese di circa il 2% (Dezeen, 2021).

Lynetteholm è stata pensata come progetto di protezione costiera, con l’obiettivo principale di proteggere Copenaghen da possibili inondazioni di fronte all’innalzamento del livello del mare e di contrastare l’incremento dei prezzi delle case dovuti alla domanda crescente.

L’isola artificiale è il risultato di un accordo tra il Governo danese e la città di Copenaghen nell’ottobre del 2018 che ha segnato l’inizio del nuovo distretto nel porto della capitale e contribuirà ad affrontare sfide complesse per la città nel contesto ambientale e urbano (København kommune, 2021).

A fronte dei cambiamenti climatici, degli eventi metereologici tra cui l’innalzamento del livello del mare, l’isola di Lynetteholm disporrà di ampie spiagge per ridurre la forza delle mareggiate e un’area verde naturale lungo la costa orientale per sostenere la biodiversità ma che al tempo stesso possa fungere da cuscinetto per eventuali tormente (Fast Company, 2021).

Inoltre, data la crescita della popolazione che ha messo sotto pressione il mercato immobiliare nell’area della capitale, la creazione di Lynetteholm permetterà di costruire sull’isola artificiale 20.000 nuove abitazioni per 35.000 persone. L’obiettivo è quello di poter sviluppare una significativa area residenziale situata in prossimità dal centro della città e garantire un equilibrio del prezzo degli immobili (København kommune, 2021).

In aggiunta, per combattere la congestione stradale, Lynetteholm sarà collegata al resto della capitale danese da una linea della metropolitana, da un tunnel portuale e da una tangenziale. L’intenzione è quella di ridurre il traffico in transito nei quartieri centrali, nella parte orientale della città e di creare un collegamento diretto e veloce con l’aeroporto (ibid).

Il più grande progetto edilizio della storia della Danimarca prevede il suo inizio nell’autunno 2021 e dovrebbe essere ultimato nel 2070, con un costo totale dell’investimento intorno ai 20 miliardi di corone danesi (2,6 miliardi di euro) (New Civil Engineer, 2021).

 

Fonte: https://byoghavn.dk/lynetteholm/

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Giovedì 15 Luglio 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

L'economia turca cresce nel primo trimestre del 2021

Secondo l'Ente di Statistica turco (TurkStat), l'economia turca è cresciuta del 7% su base annua nel primo trimestre del 2021. Il PIL ai prezzi correnti è aumentato del 29,1% a 1,4 trilioni di lire turche (188,6 miliardi di dollari). Secondo quanto dichiarato dal Direttore della Banca Mondiale per la Turchia, Auguste Tano Kouame, durante un incontro introduttivo della quinta serie del Rapporto di monitoraggio economico della Turchia, pubblicato dalla Banca Mondiale, l’economia turca è cresciuta dell'1,8% in termini reali nel 2020. I dati indicano che, sebbene la Turchia sia stata gravemente colpita dalla pandemia, la performance economica complessiva è stata molto buona per tutto il 2020. In effetti, la Turchia è stato il paese in più rapida crescita tra i paesi del G-20 a partire dall'anno scorso. La crescita stimata dalla Banca Mondiale per la Turchia dovrebbe essere del 5% nel corso del 2021 e del 4,5% nel 2022 e nel 2023.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Giovedì 15 Luglio 2021
Martedì 13 Luglio 2021

La valorizzazione del porto di Miami: resi pubblici i progetti per il nuovo terminal crocieristico

La compagnia MSC crociere vuole perseguire una quota maggiore del mercato crocieristico nordamericano. Un passo significativo in questa direzione è rappresentato dalla progettazione e futura costruzione di un nuovo terminal crocieristico al porto di Miami che potrà ospitare in contemporanea due nuove navi da crociera. Il progetto è stato reso pubblico solo in tempi recenti, dopo che la compagnia ha ottenuto il tanto atteso permesso di iniziare la costruzione da parte del Miami – Dade Board of County Commissioners.

L’intento è quello di raggiungere una capacità giornaliera di 28.000 passeggeri, di ospitare presso il nuovo terminal le nuove navi che verranno costruite (13 in totale secondo un comunicato della compagnia) e al contempo di offrire ai propri clienti un’esperienza di alta qualità sia all’imbarco che allo sbarco. PortMiami vedrà incrementare i propri passeggeri di circa 1 milione l’anno grazie a questa iniziativa innovativa. Da sottolineare anche l’elevato valore della commessa, la quale si aggira attorno ai 400 milioni di dollari e che è stata affidata a Fincantieri Infrastructure. In questo modo l’azienda potrà consolidare la propria posizione a livello internazionale e il proprio rapporto con MSC, sperando anche in future ulteriori collaborazioni.

Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo di MSC crociere, in un comunicato ha dichiarato che l’obiettivo della compagnia è emulare il successo ottenuto in altre parti del mondo (Brasile, Europa, Medio Oriente) in Nord America. Miami sarà il punto di arrivo e di partenza delle navi MSC più prestigiose e permetterà di raggiungere facilmente le rotte caraibiche. La compagnia, tra l’altro, sta anche realizzando un resort ai Caraibi per diversificare il proprio portafogli e offrire ai propri clienti servizi sempre più esclusivi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Martedì 13 Luglio 2021
Martedì 13 Luglio 2021

Canada - Organic food: un mercato in espansione

Il termine “biologico” indica il processo secondo cui il cibo viene prodotto e si applica alla produzione di alimenti senza uso di prodotti chimici artificiali. La necessità di una produzione sempre più biologica emerge come risposta all'utilizzo di pesticidi nei mangimi per bestiame a seguito dell'agricoltura industrializzata del 1900. 

Da anni ormai la domanda di alimenti prodotti biologicamente continua ad aumentare e, sebbene le linee guida per la sua produzione varino da paese a paese, resta un caposaldo per chi produce biologico non fare uso di ormoni, prodotti chimici, antibiotici o di organismi geneticamente modificati (OGM). Nel 2019, il Canada ha utilizzato circa il due per cento dei terreni agricoli per la produzione di una agricoltura biologica. Nel 2018, il valore del mercato degli alimenti biologici è stato di circa 5,1 miliardi di dollari canadesi, sebbene sia decresciuto rispetto all’anno precedente. 

Per importare prodotti biologici in Canada bisogna presentare un certificato biologico valido, rilasciato da un ente di certificazione accreditato dalla Canadian Food Inspection Agency (CFIA) o da un ente di certificazione riconosciuto ai sensi di un accordo di equivalenza biologica esistente tra il Canada e il Paese d'origine. 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Lunedì 2 Agosto 2021
Martedì 13 Luglio 2021

Nel 2020 il 15% delle aziende agricole in Svizzera erano biologiche

Il numero di aziende agricole (49 363 nel 2020) ha continuato a diminuire (–1,3% rispetto al 2019) a fronte di un aumento di quelle che hanno abbracciato la coltura biologica (+3,8%). La superficie agricola utile (SAU) è rimasta quasi invariata. I capi di vacche da latte sono sempre di meno (–1,5%), mentre continua la crescita dell’effettivo di pollame (+5,2%). Secondo la rilevazione delle strutture agricole realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST), le persone che lavoravano nelle aziende agricole erano 149 500.

Nel 2020 è proseguito il cambiamento strutturale dell’agricoltura svizzera: il numero di aziende agricole è sceso a 49 363 unità (–1,3% rispetto al 2019), ma nel giro di 30 anni la loro superficie media, pari a 21,15 ettari (ha) per azienda, è pressoché raddoppiata. Un numero sempre maggiore di agricoltori si è convinto dell'importanza della produzione biologica, che infatti nel 2020 era praticata da 7561 aziende (+3,8%). Con la sua vasta superficie inerbita, il Cantone dei Grigioni ne è il capofila: oltre la metà (58%) delle sue 2215 aziende sono biologiche.

Le aziende agricole hanno dato lavoro a 149 500 persone (2019: 150 100), il 12% delle quali di nazionalità straniera. La maggioranza delle persone attive (56%) lavora a tempo parziale. La manodopera familiare, che rappresenta oltre i tre quarti di quella totale, è tuttora uno dei pilastri dell’agricoltura svizzera. Il 6% delle circa 54 300 donne attive nelle aziende agricole ne era a capo.

Stabili le barbabietole da zucchero, in rialzo il mais

Nel 2020 la maggior parte dei terreni detenuti dalle aziende agricole era costituita da prati naturali e pascoli (604 600 ha, ovvero il 58% del totale della SAU). I campi occupavano 399 800 ha (38%). Tra le altre superfici coltive (38 500 ha, 4%), la vigna occupava 13 400 ettari e i frutteti 7000 ettari.

Le varie colture si sono sviluppate in maniera diversa nel 2020. Dopo una leggera flessione nel 2019, le superfici dedicate all’orticoltura in pieno campo (12 100 ha) sono tornate al livello del 2018. Il 54% dei 142 200 ettari di cereali era destinato all’alimentazione umana. La coltura di mais è progredita del 10%, raggiungendo i 17 700 ettari. La superficie coltivata a patate (11 000 ha) è rimasta simile agli anni precedenti, mentre quella delle barbabietole da zucchero, in calo da qualche anno, sembra essersi stabilizzata (17 600 ha). Prende sempre più piede la coltura di soia (2032 ha), la cui superficie è raddoppiata nel giro di 10 anni.

177 300 ettari erano dedicati alla produzione biologica, una superficie più che raddoppiata rispetto a 20 anni fa. Più precisamente, il 59% delle piante aromatiche e medicinali, il 36% della soia e il 22% dell'orticoltura era coltivato con il marchio bio. Lampante la progressione del biologico nelle vigne (1783 ha, +398 ha).

Effettivo dei bovini in mutamento, pollame ancora in aumento

Nel 2020 è proseguito il mutamento dell’effettivo dei bovini, caratterizzato da una riduzione del numero delle vacche da latte (546 500; –1,5%) e dei loro allevatori (–2,6%). Questo sviluppo va in particolare a favore dell’allevamento estensivo di vacche nutrici (131 400; +2,4%) nell’ottica della produzione di carne. Gli effettivi di vacche da latte delle aziende agricole biologiche, invece, sono in aumento (+2,8%).

Il calo osservato negli ultimi anni nella filiera suina si è confermato anche nel 2020, seppure a un ritmo più contenuto rispetto all’anno precedente, sia sul fronte degli allevatori (–3,8%) che su quello del numero di capi di suini (–0,8%). Per quanto riguarda gli effettivi di suini biologici (3% della filiera), dopo vari anni in aumento, nel 2020 se ne è registrato un calo (–8,4%).

Nel 2020, al pari degli anni precedenti, l’allevamento di pollame è rimasto in crescita (+4,9%). Più precisamente, aumentando del 10,6% nel 2020, gli effettivi di galline ovaiole hanno registrato la maggiore crescita dal 2010. Il 18% di questi effettivi è stato allevato in modo biologico. Il numero di polli da ingrasso, invece, è aumentato del 4,6%.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1419

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 13 Luglio 2021
Venerdì 9 Luglio 2021

Interscambio commerciale a marzo 2021: Italia si riconferma secondo partner europeo per la Turchia

Nel mese di marzo 2021, l’Italia ha riconfermato la propria posizione di secondo partner europeo della Turchia e si è posizionata quale 5° partner commerciale globale con 5,4 miliardi di interscambio totale rispetto al primo trimestre del 2020, con una crescita del 20,4%. L’export italiano verso la Turchia è stato di 2,8 miliardi (+22,8%) mentre l’export turco verso l’Italia ha totalizzato 2,7 miliardi (+18,2%) segnando un saldo negativo per la Turchia di 1,8 milioni di USD. Nel primo trimestre del 2021, l’Italia si posiziona quale quarto Paese importatore in Turchia dopo Cina, Russia e Germania e quarto mercato di export turco dopo Germania, Stati Uniti e Regno Unito. Le tre voci prevalenti dell’export turco verso l’Italia sono: autoveicoli, trattori e parti di ricambio; macchinari ed apparecchiature meccaniche; ferro ed acciaio mentre le principali categorie dell’import turco dall'Italia si riferiscono a: macchinari ed apparecchiature meccaniche; materie plastiche; autoveicoli, trattori e parti di ricambio.

Sempre nel primo trimestre 2021, l’interscambio commerciale con la UE – principale partner commerciale della Turchia - con il 37,9% dell’interscambio totale, è passato da 35,3 miliardi USD a 42,1 miliardi USD (+19,1%). Le importazioni turche dalla UE sono cresciute da USD 17,4 miliardi a USD 20,9 miliardi (20,1%), mentre le esportazioni turche verso la UE sono aumentate del 18,1%, passando da USD 17,9 a USD 21,2 miliardi. La graduatoria dei principali partner commerciali ha mostrato al primo posto la Germania con USD 10,0 miliardi di interscambio (+12,4% rispetto al 2020) con un saldo negativo per la Turchia di USD 824,6 milioni; al secondo posto la Cina, con 8,0 miliardi di interscambio (+44,1%) e un saldo negativo per la Turchia di 6,5 miliardi di USD.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Venerdì 9 Luglio 2021
Venerdì 9 Luglio 2021

Il Green Climate Fund sostiene il Vietnam per affrontare il cambiamento climatico

Il Green Climate Fund ha fornito al Vietnam $30.2 milioni a fondo perduto per aiutare il paese a combattere il cambiamento climatico. La somma verrà allocata per un progetto chiamato “Rafforzare la resilienza dei piccoli agricoltori all’insicurezza idrica dovuta al cambiamento climatico negli altopiani centrali e nelle zone costiere del Vietnam del Centro-Sud” (SACCR).

Il documento che attesta questo stanziamento è stato firmato dai rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale (MARD), e dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ad Hanoi il 28 maggio.

Ci si aspetta che i residenti di cinque provincie possano beneficiare del progetto, ovvero Khanh Hoa, Binh Thuan, Ninh Thuan, Dak Nong e Dak Lak.

Il piano mira a potenziare la vulnerabile agricoltura domestica, specialmente donne e persone di minoranze etniche presenti negli altopiani centrali e nelle regioni del centro-sud, e la capacità di gestire i rischi climatici correlati alla produzione agricola, assicurando la disponibilità di risorse idriche, attività resilienti al cambiamento climatico e l’accesso a informazioni concernenti il clima per l’agricoltura, il credito e il mercato.

Secondo il viceministro per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Nguyen Hoang Hiep, questo è il più grande aiuto a fondo perduto che il ministero abbia ricevuto da un’organizzazione internazionale negli ultimi anni.

Il progetto aiuterà a rafforzare il collegamento tra i sistemi di irrigazione, migliorerà la capacità di gestione e userà in maniera efficace i sistemi di adattamento ai cambiamenti climatici, specialmente nelle regioni del centro-sud e negli altopiani centrali.

Il rappresentante locale dell’UNDP in Vietnam Caitlin Wiesen ha affermato che il progetto supporterà i piccoli agricoltori, in particolare donne e minoranze etniche vulnerabili ai cambiamenti climatici, nel tempestivo adattamento ai disastri naturali.

Ne beneficeranno attraverso sistemi di irrigazione intelligente e nuove opzioni di sostentamento, dice Wiesen; inoltre, aggiunge che verrà fornita anche la conoscenza legata ai rischi climatici e l’opportunità di accesso a tecniche di coltivazione efficienti, come anche ad informazioni sul mercato.

Si pensa di riuscire a completare il progetto nel primo trimestre del 2026.

Il Green Climate Fund fu creato da 194 paesi parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. È concepito come un’entità operativa all’interno del meccanismo finanziario della Convenzione ed il suo quartier generale è situato in Corea del Sud. È governato da una commissione di 24 membri, rappresentanti i paesi, e riceve direttive dalla Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione (COP).

Creato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il fondo mira a supportare un cambiamento epocale nella risposta mondiale al cambiamento climatico. Alloca le risorse in progetti a basse emissioni e resilienti al clima, e in iniziative nei Paesi in Via di Sviluppo.

Fonte: https://bit.ly/3ALesCF

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Venerdì 23 Luglio 2021
Venerdì 9 Luglio 2021

Danish Energy Transition Initiative (DETI)

Il Governo della Danimarca ha reso pubblico un nuovo piano di investimenti diretti a sostenere i Paesi in via di sviluppo nel realizzare la transizione energetica dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili. Il progetto ha ricevuto forte attenzione da diversi Stati che cercano modi sostenibili per alimentare le loro crescenti richieste di energia (The Post, 2021.).

L’iniziativa, annunciata dal ministro del Clima e dell’EnergiaDan Jørgensen, e dal ministro degli Affari Esteri, Jeppe Kofod, si concentra sul garantire l’accesso all’energia sostenibile (State of Green, 2021). Promuovendo obiettivi climatici ambiziosi che includono, ad esempio, la riduzione degli impatti negativi sulla salute prodotti dal settore energetico, la Danish Energy Transition Initiative (DETI) mira a fornire strategie energetiche semplici, accessibili e sostenibili alle popolazioni a basso reddito nei Paesi in via di sviluppo (Um.dk, 2021).

Il nuovo progetto sarà gestito dall’Agenzia Danese per l’Energia (DEA), che fornisce già assistenza tecnica per l’energia e il clima in altri 16 Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e India (The Post, 2021.).

Inizialmente saranno il Brasile, il Pakistan e la Colombia a collaborare con la Danimarca. Nello specifico, in Brasile l’iniziativa si concentrerà sulla pianificazione energetica e sullo sviluppo eolico offshore. In Colombia il focus sarà sull’implementazione dell’energia eolica offshore e sull’efficienza energetica. Infine, in Pakistan la priorità sarà data alla pianificazione energetica e alla promozione dell’energia sostenibile nella produzione industriale (ibid.). I singoli progetti di consulenza avranno una durata compresa tra i 3 e i 12 mesi, con un budget totale di DKK 15 milioni sostenuto dal Klimapuljen per un periodo di 5 anni (Kefm, 2021).

L’assistenza del DETI può essere richiesta dalle ambasciate danesi verso i Paesi OCSE-DAC (Paesi in via di sviluppo), esenti da una cooperazione governativa con la DEA. Una volta avviata la collaborazione, le rispettive ambasciate dei Paesi partecipanti, la DEA e il ministro degli Affari Esteri, supporteranno le autorità locali nella creazione di strategie eco-sostenibili (ibid.).

Fonte: https://bit.ly/3hkmYAT

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 9 Luglio 2021
Venerdì 9 Luglio 2021

Opportunità di finanziamento per la ripresa in Germania

Secondo il Ministero Federale dell'Economia e della Tecnologia tedesco, le piccole e medie imprese sono motori di innovazione, forniscono un gran numero di posti di lavoro e di formazione. A tal fine sono stati emanati degli sgravi mirati per i requisiti normativi, le tasse, le imposte e anche i prezzi dell'elettricità. Le misure di sgravio fiscale per l’anno 2021 raggiungeranno un volume di ben oltre 25 miliardi di euro. Il governo federale alleggerirà anche le imprese di più di 1,1 miliardi di euro con la terza legge di alleggerimento della burocrazia.

In futuro, dovrebbe essere più facile e meno burocratico creare aziende in Germania, infatti il governo federale ha creato il Tech Growth Fund, uno strumento con il quale viene messo a disposizione delle imprese innovative un finanziamento del debito di rischio come supplemento al finanziamento azionario.

Sono molto interessanti i dati disaggregati per settore, nei quali c’è una crescita eccezionale dell’export italiano verso la Germania nella siderurgia, ottime anche le performance del settore chimico-farmaceutico e di quello agroalimentare (cresciuti in termini relativi).

Parallelamente, si è registrato in Germania un crollo di export verso l’Italia nel settore automotive, derivante evidentemente dal blocco dei consumi innescato dalla pandemia. Un blocco (ed una diminuzione) che ha però interessato un po’ tutti i tradizionali settori dell’export tedesco.

Rimane altissimo l’interscambio commerciale fra le aree del nord-Italia (con la Lombardia a 38,5 miliardi di somma fra export e import, seguita da Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte) e il sud della Germania (con Baviera e Baden-W. che assommano a 43 miliardi di interscambio).

Nonostante l’impatto del Covid, Italia e Germania rimangono due paesi fortemente interconnessi ed interdipendenti dal punto di vista economico. Dimostrando una volta di più come la crescita asimmetrica di uno dei due rispetto all’altro finirebbe per generare effetti negativi su entrambi.

Dal 13 maggio il governo federale tedesco ha revocato l'obbligo generale di quarantena, mantenendo solo l’obbligo che provi la vaccinazione, la guarigione o il risultato negativo di un tampone molecolare (PCR) o antigenico (rapido). La documentazione che dimostra di essere vaccinati, guariti o "testati negativi” può essere scritta anche in lingua italiana (oltre che in tedesco, inglese, francese e spagnolo).

Alcuni Stati Federali, a partire dal 15 maggio, hanno allentato le regole per i settori come la gastronomia, il turismo e il commercio per i distretti, in cui l'incidenza è scesa al di sotto di 100 per cinque giorni. Un’altra novità è l’apertura dei negozi e di altre attività commerciali (hotel, ristoranti ecc.)  con obbligo di un test negativo per l’ingresso 

La situazione in Germania nel complesso, con il continuo miglioramento del numero di contagi grazie alle restrizioni e con una efficace vaccinazione di massa (la Germania ha più nuovi vaccinati al giorno in Europa), è stabile e fa ben sperare per il mese di giugno.

Fonti:

BMWi: https://bit.ly/2TMR7jj

Euraktiv: https://bit.ly/2UufulO

Ambasciata d’Italia Berlino: https://bit.ly/3dYas7X

Frankfurter Rundschau: https://bit.ly/3hOvcQL

DW: https://bit.ly/3dWk5Uy

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Venerdì 9 Luglio 2021