Notizie mercati esteri

Mercoledì 23 Luglio 2025

Un protocollo di cooperazione turistica è stato firmato a Roma dalla Ministra del Turismo greca, Olga Kefalogianni, e dalla sua omologa italiana, Daniela Santanchè.

Data ultima modifica: 

18/07/2025

Acronimo (CCIE): 

CCIESalonicco

Autore: 

Marco Della Puppa

Settore

O93 - Altri servizi

Aree Tematiche

Relazioni con l'Italia

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Descrizione

L'accordo mira a modernizzare e rafforzare la collaborazione bilaterale nel settore turistico, aggiornando l'intesa intergovernativa del 1986. Le aree di cooperazione includono lo scambio di informazioni e buone pratiche, la promozione congiunta di nuovi prodotti turistici e lo sviluppo di forme di turismo specializzate come l'agriturismo, il turismo gastronomico e il turismo enologico. Inoltre, il protocollo prevede iniziative congiunte nel campo dell'istruzione e della formazione professionale nel settore turistico. Kefalogianni ha definito l'accordo uno strumento strategico per approfondire la cooperazione tra Grecia e Italia e per promuovere una politica europea coesa e sostenibile nel settore turistico.

Durante l'incontro, le due ministre hanno esaminato l'ulteriore espansione e il consolidamento dei rapporti turistici tra i loro Paesi, ricordando come Grecia e Italia figurino tra le destinazioni turistiche più popolari al mondo, con un valore crescente sia a livello europeo sia internazionale.

Tra i temi discussi:

  • Promozione del turismo come priorità politica nell’Unione Europea, con un impegno congiunto a fare pressione perché il turismo assuma un ruolo centrale nell’agenda comunitaria.
  • Rafforzamento della cooperazione bilaterale attraverso iniziative coordinate in settori quali il turismo culturale, gastronomico, enologico e sostenibile
  • Aggiornamento dell’accordo quadro bilaterale, originariamente firmato negli anni ’80, con l’obiettivo di adeguarlo ai bisogni moderni e potenziare gli strumenti condivisi per lo sviluppo turistico .
  • Promozione congiunta verso mercati terzi e scambio di buone pratiche: creazione di pacchetti turistici integrati per destinazioni nel Mediterraneo e oltre, destinati a mercati extraeuropei .
  • Sviluppo di forme specializzate di turismo, quali enogastronomia, agriturismo, yachting e turismo termale, per differenziare l’offerta e contrastare la stagionalità
  • Supporto alla politica europea del turismo: la Grecia ha presentato all’EU Tourism Ministers’ meeting a Varsavia (24 giugno 2025) una proposta per trasformare il Consiglio Informale dei Ministri del Turismo in un organismo formale dell’UE con bilancio dedicato, suscitando il sostegno di Italia, Spagna, Croazia, Bulgaria e Portogallo
  • Formazione e sviluppo delle competenze turistiche, con l’utilizzo dei fondi europei per il capitale umano e la digitalizzazione del settore, inclusi nuovi strumenti come l’app mAiGreece e la modernizzazione del portale VisitGreece.gr

In sintesi, le ministre hanno ribadito l’importanza strategica della collaborazione Grecia‑Italia, volta a rilanciare il settore turistico con obiettivi condivisi di sviluppo sostenibile, internazionalizzazione e centralità della cooperazione europea.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)

Ultima modifica: Mercoledì 23 Luglio 2025
Mercoledì 23 Luglio 2025

Situazione dazi USA sulla Thailandia del 18 luglio 2025

Nel luglio 2025, la Thailandia è entrata in una fase critica di negoziazione commerciale con gli Stati Uniti, dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato l’intenzione di imporre una tariffa del 36% su tutte le importazioni thailandesi a partire dal 1° agosto.

Questa misura si inserisce in una più ampia strategia americana di ricalibrazione delle relazioni economiche con i Paesi del Sud-est asiatico, finalizzata a ridurre gli squilibri strutturali della bilancia commerciale con le principali economie esportatrici della regione.

Secondo Financial Post, la Thailandia rappresenta il principale esportatore della regione verso gli USA, con un surplus commerciale di 46 miliardi USD nel 2024, e un’accelerazione delle esportazioni del 15% nei primi cinque mesi del 2025.

La risposta diplomatica thailandese

Per contrastare la minaccia tariffaria, il governo thailandese ha avviato una risposta diplomatica urgente. Come riportato sia dal Bangkok Post sia da The Nation, è stato convocato un incontro formale in videoconferenza tra il Ministro delle Finanze thailandese Pichai Chunhavajira e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer, nella sera del 16 luglio.

La delegazione, guidata dal Vice Primo Ministro e composta da funzionari chiave dei ministeri del commercio e della finanza, ha presentato una nuova e più ampia offerta commerciale, nel tentativo di scongiurare l’imposizione del dazio del 36%.

Contenuto delle proposte thailandesi

La proposta avanzata da Bangkok si articola in più componenti:

  1. Azzeramento dei dazi su decine di migliaia di prodotti statunitensi, tra cui specifici beni agricoli come longan e tilapia, per i quali la Thailandia aveva già ridotto le tariffe verso altri partner commerciali.
  2. Riduzione generale delle tariffe doganali applicate alle merci USA: il governo propone un tasso obiettivo del 10%, accettando eventualmente una fascia negoziabile tra il 10% e il 20%.
  3. Rimozione di barriere non tariffarie, mediante l’adozione di standard internazionali e la semplificazione delle procedure di importazione.
  4. Riequilibrio della bilancia commerciale bilaterale, attraverso l’aumento delle importazioni dalla controparte statunitense, in particolare nei settori agricolo, energetico (incluso GNL) e aeronautico.

Secondo The Nation, la Thailandia mira a dimostrare buona volontà negoziale e a rafforzare i legami bilaterali, evitando misure punitive e presentandosi come partner affidabile rispetto a concorrenti regionali.

Misure di contingenza e piani alternativi

Conscio della possibilità che le trattative falliscano, il governo thailandese ha predisposto piani di emergenza basati su due scenari:

  • Scenario 1: applicazione piena del dazio del 36%, con impatti potenzialmente devastanti su settori esportatori strategici;
  • Scenario 2: adozione di un dazio intermedio al 20%, simile a quello già in vigore contro il Vietnam.

Le misure previste includono:

  • interventi di sostegno alle imprese colpite,
  • incentivi per la diversificazione dei mercati di sbocco,
  • misure fiscali e doganali per attenuare gli effetti sulle filiere produttive nazionali.

Confronto regionale e competitività

Il confronto con altri Paesi dell’ASEAN mostra chiaramente la criticità della posizione thailandese:

  • Indonesia ha negoziato una riduzione della tariffa dal 32% al 19%, in cambio di un pacchetto di acquisti americani da parte di Jakarta, tra cui 50 aerei Boeing;
  • Vietnam ha ottenuto un dazio ridotto al 20%, pur continuando a trattare;
  • Malaysia è soggetta a una tariffa del 25%;
  • Filippine ha visto l’aliquota passare dal 17% al 20%.

La Thailandia, minacciata da un’imposizione del 36%, ha interesse strategico a raggiungere un accordo che la mantenga competitiva nella regione e tuteli il suo ruolo nei flussi commerciali globali, specialmente in settori come elettronica, automotive, alimentare e tessile.

 

Opportunità per l’Europa nel nuovo contesto commerciale Thailandia-USA

L’annuncio da parte dell’amministrazione statunitense dell’introduzione di una tariffa del 36% sulle importazioni dalla Thailandia apre però uno spazio strategico rilevante per l’Europa, sia in termini di accesso al mercato thailandese sia nella ridefinizione delle catene di approvvigionamento globali.

In primo luogo, l’eventuale rallentamento dell’export thailandese verso gli Stati Uniti potrebbe spingere Bangkok a diversificare i propri partner commerciali, rafforzando i rapporti economici con l’Unione Europea. La UE si trova così in una posizione favorevole per offrire condizioni commerciali più stabili, sfruttando il proprio soft power regolamentare e la reputazione di affidabilità sul lungo periodo.

Inoltre, alcuni comparti chiave dell’export europeo — come il settore agroalimentare, farmaceutico, automotive e tecnologico — potrebbero trarre vantaggio da un’eventuale riduzione della concorrenza americana sul mercato thailandese. I beni europei, già apprezzati per qualità e innovazione, possono dunque rafforzare la propria presenza grazie a un differenziale competitivo temporaneamente ampliato.

In parallelo, le imprese europee con base produttiva in Thailandia — o interessate a delocalizzare parte della produzione — potrebbero valutare nuove strategie di rilocalizzazione per accedere più facilmente sia al mercato regionale ASEAN che a quello cinese, compensando le difficoltà connesse all’export verso gli USA.

Conclusioni

L’incontro del 16 luglio segna un passaggio cruciale nei rapporti commerciali tra Thailandia e Stati Uniti. La proposta avanzata da Bangkok dimostra apertura e volontà di compromesso, ma l’esito resta incerto.

Se i dazi del 36% entrassero in vigore il 1° agosto, l’impatto sull’economia thailandese sarebbe significativo, colpendo settori chiave dell’export e generando effetti a catena su occupazione e investimenti. Il governo ha già predisposto misure di emergenza, ma il tempo per evitare la crisi è limitato.

Al contempo, questa tensione commerciale apre nuove opportunità per l’Europa, che può rafforzare il proprio ruolo nella regione, offrendo stabilità, cooperazione e accesso a tecnologie e investimenti in un momento di ridefinizione degli equilibri globali.

Fonti

Financial Post. (luglio 2025). Thailand to make fresh proposals to US in bid to avert tariff. Financial Post.

The Nation. (16 luglio 2025). Thailand to propose zero tariffs in crucial US trade talks tonight. The Nation.

Bangkok Post. (16 luglio 2025). Thailand makes fresh proposals to reduce US tariff pain. Bangkok Post.

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Mercoledì 23 Luglio 2025
Mercoledì 23 Luglio 2025

Corea del Sud si unisce al programma Ue Horizon per la ricerca

La Repubblica di Corea è diventata ufficialmente il primo Paese asiatico ad associarsi a Horizon Europe, il programma multimiliardario di ricerca e innovazione dell'Ue. I ricercatori e le organizzazioni sudcoreane possono ora partecipare a diverse aree del programma a parità di condizioni con gli Stati membri dell'Ue." E' quanto rende noto la Commissione Ue. "Potranno aderire e dirigere consorzi di ricerca internazionali, accedere ai finanziamenti e collaborare con i principali istituti di ricerca in Europa e altrove per affrontare le sfide globali. La Repubblica di Corea contribuirà inoltre finanziariamente al bilancio del programma. Questo accordo di associazione rafforza l'alleanza geopolitica dell'Ue con i Paesi che condividono la stessa mentalità. L'associazione porterà a maggiori opportunità di approfondimento della ricerca congiunta tra continenti in molti campi, come la transizione digitale, la salute e l'innovazione tecnologica finalizzata alla neutralità del carbonio", si legge nella nota dell'esecutivo comunitario. "E' un grande giorno per la scienza e per le partnership. Il più grande programma di innovazione al mondo, che proponiamo di raddoppiare nel prossimo bilancio dell'Ue. Insieme, daremo impulso alla ricerca d'avanguardia, dal digitale alla tecnologia pulita", ha scritto su X la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Fonte: ANSA

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

Ultima modifica: Mercoledì 23 Luglio 2025
Martedì 22 Luglio 2025

Tecnologie quantistiche in Germania

La Germania è oggi il Paese leader in Europa nello sviluppo del calcolo quantistico. Dal 2020 ha investito oltre 2 miliardi di euro nel settore, risultando l’unico Stato europeo a destinare più del 3% del proprio PIL alla ricerca e sviluppo. Questo impegno ha portato a risultati significativi: nell’ottobre 2024, a Ehningen (vicino a Stoccarda), è stato inaugurato il primo centro dati quantistico IBM in Europa, nonché il primo realizzato fuori dagli Stati Uniti.

Collegato all’IBM Quantum Network, il centro offre accesso a sistemi quantistici avanzati a più di 250 aziende, istituzioni pubbliche e centri di ricerca, rappresentando una risorsa strategica per affrontare sfide complesse in ambiti quali chimica, logistica, sicurezza e intelligenza artificiale.

Nel 2024, il governo ha incaricato Planqc di sviluppare un computer quantistico da 1.000 qubit presso il Leibniz Supercomputing Centre di Monaco, la cui conclusione è prevista tra metà 2025 e inizio 2026.

Università e centri di ricerca extra-accademici: un connubio vincente

Numerosi attori scientifici operano attivamente nello sviluppo delle tecnologie quantistiche, spesso in sinergia con l’industria. Tra i quali menzioniamo, ad esempio, il Max Planck Institute for Quantum Optics (MPQ) il Quantum Applications and Research Laboratory della LMU di Monaco, l’Institute of Functional Matter and Quantum Technologies dell’Università di Stoccarda e la Fraunhofer Gesellschaft.

 

Startup e aziende private

La Germania ospita numerose realtà private dinamiche e innovative:

  • AIRBUS: applicazioni quantistiche per l’aerospazio
  • EleQtron (Siegen): computer quantici a ioni intrappolati
  • HQS Quantum Simulations (Karlsruhe): software per l’industria chimica e accademica
  • Qruise (Saarbrücken): machine learning per la ricerca scientifica
  • Avanetix (Berlino): ottimizzazione della supply chain
  • KEEquant: soluzioni per la Quantum Key Distribution (QKD)
  • JoS Quantum: soluzioni per la finanza e servizi di Research-as-a-Service
  • Kiutra: criostati a ciclo chiuso per temperature sub-Kelvin
  • Quantum Factory: computer quantici a trappole di ioni con alta fedeltà

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italo-tedesca di Monaco di Baviera - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 22 Luglio 2025
Martedì 22 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Stati Uniti

DIGITALIZZAZIONE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: OPPORTUNITÀ PER LE PMI ITALIANE NEL MERCATO DI NEW YORK

L'adozione dell'intelligenza artificiale (IA) sta trasformando il panorama delle piccole e medie imprese (PMI) negli Stati Uniti, con New York al centro di questa evoluzione. Secondo un rapporto dell’Initiative for a Competitive Inner City (ICIC) in collaborazione con Intuit, quasi il 90% delle piccole imprese statunitensi utilizza strumenti basati sull’intelligenza artificiale, con un’adozione crescente di tecnologie generative come chatbot, assistenti alla scrittura e software per la creazione di immagini e contenuti digitali. 

Tuttavia, un'analisi di Crain's New York Business evidenzia che solo il 3,3% delle PMI a New York ha integrato l'IA nelle operazioni quotidiane, indicando un ampio margine di crescita e innovazione nel mercato locale. 

Per le aziende italiane, questo scenario rappresenta un'opportunità strategica per offrire soluzioni tecnologiche e servizi specializzati. Organizzazioni come il New York Small Business Development Center (NYSBDC) supportano le PMI nell'adozione dell'IA, offrendo consulenza su marketing, gestione finanziaria e automazione dei processi. 

Inoltre, il governatore Kathy Hochul ha annunciato iniziative per sostenere le piccole imprese nello sviluppo dell'IA, inclusi programmi di formazione e investimenti in startup tecnologiche. 

Per le PMI italiane interessate a espandersi nel mercato di New York, collaborare con partner locali e partecipare a programmi di supporto può facilitare l'ingresso e la crescita in un ambiente imprenditoriale dinamico e in evoluzione. 

TRANSIZIONE ENERGETICA: ENEL GREEN POWER GUIDA L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE ANCHE NEGLI STATI UNITI

Enel Green Power North America si conferma protagonista della transizione energetica negli Stati Uniti, con una presenza significativa anche nello Stato di New York. Tra i progetti di rilievo, il Fenner Wind Farm, situato nella contea di Madison, rappresenta uno dei primi impianti eolici operativi nello stato, con una capacità di 30 MW, sufficiente a fornire energia ad oltre 7.800 abitazioni. 

Nel contesto urbano di New York City, Enel X ha implementato soluzioni innovative di storage energetico. Ad esempio, presso il Marcus Garvey Village, un complesso residenziale di 625 unità, è stato realizzato il primo microgrid della città, integrando sistemi di accumulo, pannelli solari e celle a combustibile, migliorando l'efficienza energetica e riducendo le emissioni di gas serra. 

Queste iniziative si inseriscono nel più ampio impegno dello Stato di New York verso l'energia pulita, con l'obiettivo di raggiungere il 70% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030. Tuttavia, secondo quanto riportato da E&E News nel maggio 2025, la Commissione per i Servizi Pubblici dello Stato di New York ha avviato una revisione delle sue politiche energetiche, ammettendo che l’attuale traiettoria non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo nei tempi previsti. Il presidente Rory Christian ha sottolineato la necessità di un approccio più misurato e realista per affrontare le sfide emergenti del settore. 

Per le imprese italiane del settore cleantech, queste dinamiche rappresentano un'opportunità per offrire soluzioni tecnologiche avanzate, partecipare a progetti di storage e collaborare con partner locali. La presenza consolidata di Enel Green Power e le politiche statali favorevoli rendono New York un mercato strategico per l'espansione internazionale nel campo dell'energia sostenibile. 

NEW YORK CITY: UN HUB STRATEGICO PER LE IMPRESE ITALIANE NEI SETTORI AI, GREEN ECONOMY E LIFE SCIENCES

New York City si conferma uno degli ecosistemi imprenditoriali più avanzati al mondo, offrendo opportunità concrete alle imprese italiane interessate ad espandersi negli Stati Uniti. In particolare, i settori dell’intelligenza artificiale, dell’economia verde e delle scienze della vita sono al centro delle strategie di sviluppo economico della città.

Nel 2025, NYC è stata riconosciuta come primo hub mondiale per l’intelligenza artificiale applicata. Con oltre 40.000 professionisti impiegati nel settore e una rete di oltre 1200 venture capital attivi, la città ospita più di 25.000 startup tecnologiche. Iniziative come il lancio della strategia AI di NYC e la piattaforma “AI in NYC” confermano il forte impegno pubblico nel sostenere l’innovazione. Programmi dedicati alla collaborazione tra aziende e centri di ricerca locali aprono spazi di sinergia interessanti anche per le PMI italiane attive nel settore tech. 

Anche il settore della green economy si presenta in forte espansione. New York ospita uno dei maggiori programmi statunitensi per l’energia eolica offshore, con 700 MW già in fase di installazione su un totale autorizzato di 4 GW. La città ha avviato investimenti per oltre 1 miliardo di dollari in infrastrutture per sostenere la crescita delle imprese del settore. Il piano d’azione Green Economy Action Plan, articolato in 63 misure operative, mira alla creazione di oltre 375.000 posti di lavoro entro il 2040. 

Nel comparto life sciences, New York è il primo destinatario nazionale di fondi NIH e si colloca al terzo posto negli USA per investimenti VC in biotech. Con oltre un milione di lavoratori nell’ambito healthcare e 19.000 addetti alla ricerca e sviluppo in ambito biomedico, la città offre un ecosistema altamente competitivo. Il programma LifeSci NYC prevede investimenti pubblici per 1,1 miliardi di dollari per la creazione di un nuovo polo di innovazione e ricerca, incluso il futuristico campus SPARC Kips Bay, che sorgerà a Manhattan. 

Le imprese italiane che desiderano avviare o espandere la propria attività a New York possono inoltre beneficiare di oltre 70 agevolazioni fiscali e strumenti di supporto. 

In questo contesto, la collaborazione tra la Italy-America Chamber of Commerce e NYCEDC (New York City Economic Development Corporation, che mette a disposizione gli incentivi fiscali per le aziende) apre scenari strategici per valorizzare le eccellenze italiane nei settori più promettenti della transizione tecnologica e sostenibile.

(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Martedì 22 Luglio 2025
Martedì 22 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Stati Uniti

Texas investe oltre 7,3 milioni di dollari nella formazione professionale con nuovi finanziamenti

Il Governatore del Texas Greg Abbott ha annunciato oggi l’assegnazione di oltre $ 7,3 milioni in nuovi finanziamenti tramite il programma Texas Talent Connection Grant, a sostegno di 22 progetti innovativi di formazione professionale e inserimento lavorativo attivi in tutto lo Stato.

Dal lancio del programma nel 2015, il Governatore Abbott ha distribuito più di $ 57 milioni in contributi destinati a rafforzare le competenze della forza lavoro texana. Questi finanziamenti mirano a favorire una migliore collocazione lavorativa, aumenti salariali e una maggiore stabilità occupazionale, con particolare attenzione a categorie vulnerabili, tra cui i cosiddetti opportunity youth — giovani tra i 16 e i 24 anni che non studiano né lavorano.

«Il Texas è leader nazionale nella creazione di posti di lavoro grazie al miglior clima per gli affari in America e a una forza lavoro sempre più qualificata», ha dichiarato il Governatore Abbott. «Per sostenere la crescita della nostra economia, stiamo investendo in percorsi di formazione che aiutano i texani a ottenere impieghi migliori e stipendi più alti. Insieme a partner locali e imprenditori, stiamo costruendo la forza lavoro del Texas del futuro.»

I fondi saranno distribuiti attraverso bandi competitivi e supporteranno iniziative educative che coniugano innovazione, inclusività e un forte orientamento ai risultati occupazionali.

 

Ue pronta a introdurre nuovi contro-dazi su prodotti americani: impatti anche per il Texas

La Commissione Europea ha presentato agli Stati membri una nuova lista di beni statunitensi soggetti a possibili contro-dazi per un valore di 72,1 miliardi di euro, nel caso in cui i negoziati con Washington fallissero. Questo pacchetto si aggiunge ai 21 miliardi di euro di dazi già previsti e finora congelati. Se non si raggiungerà un accordo, i primi dazi potrebbero entrare in vigore il 6 agosto 2025.

I settori colpiti riguardano principalmente:

  • Agroalimentare (6,3 miliardi): carni bovine e suine, agrumi della Florida, bourbon del Kentucky, aragoste del Maine, conserve, alcolici, succhi e prodotti ittici.
  • Industria pesante e tecnologica (65,7 miliardi): tra cui componenti aeronautici per Boeing, automotive, dispositivi medici, macchinari, chimica e plastica, tecnologie della Silicon Valley e microchip prodotti in Texas.

Restano escluse le forniture militari, i farmaci, i semiconduttori e alcune materie prime strategiche. Inoltre, l’UE valuta restrizioni all’export europeo verso gli USA per circa 94 milioni di euro, focalizzate su rottami di ferro e alluminio.

Per le aziende texane – in particolare nei settori high-tech, agroalimentare e aerospaziale – si profilano potenziali ripercussioni commerciali in Europa.

(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas, Inc.)

Ultima modifica: Martedì 22 Luglio 2025
Martedì 22 Luglio 2025

Il Brasile ha saldato 1,3 miliardi di R$ di contributi verso organizzazioni internazionali nel 2025

Dall’inizio dell’anno, il Brasile ha saldato 1,3 miliardi di R$ di contributi verso organizzazioni internazionali, ha annunciato il 14 luglio il Ministero della Pianificazione e del Bilancio. Secondo il Ministero, il Paese ha saldato le obbligazioni con 62 organizzazioni esterne.

L’importo maggiore è stato versato alle Nazioni Unite (ONU). Secondo il Ministero, il Brasile ha versato integralmente i suoi contributi al bilancio ordinario delle Nazioni Unite e all’International Residual Mechanism for Criminal Tribunals (IRMCT).

Il governo brasiliano ha contribuito anche alle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite.

I pagamenti rafforzano l’impegno del Paese nei confronti del multilateralismo, dell’integrazione regionale e della cooperazione internazionale, in settori quali commercio e finanza, sanità, diritti umani, scienza e tecnologia, ambiente e sviluppo sostenibile”, ha affermato il Ministero in una nota.

Dal 2024, il Brasile è nell’elenco dei Paesi in regola con le Nazioni Unite. Secondo il Ministero, nel 2025 il Paese continuerà a onorare i propri obblighi per riaffermare l’impegno del Brasile nei confronti del sistema multilaterale e il ruolo delle Nazioni Unite in uno scenario globale avverso.

Secondo il Ministero della Pianificazione, il Paese ha inoltre versato contributi alle seguenti organizzazioni:

  • Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS);
  • Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC);
  • Corte Penale Internazionale (CPI);
  • Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (CPLP);
  • Organizzazione Marittima Internazionale (IMO);
  • Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare (CERN), un centro scientifico che conduce esperimenti con subparticelle atomiche.

Mercosur

A livello regionale, il Brasile ha adempiuto ai propri obblighi nei confronti delle seguenti istituzioni:

  • Organizzazione degli Stati Americani (OSA);
  • Segretariato del Mercosur;
  • Associazione Latino-americana per l’Integrazione (ALIA);
  • Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica (ACTO);
  • Organizzazione Latino-americana per l’Energia (OLADE), tra le altre.

Banche multilaterali

Nel settore finanziario, il Brasile ha contribuito pienamente alla International Finance Corporation (IFC), un’istituzione finanziaria collegata alla Banca Mondiale che finanzia gli investimenti privati nei paesi emergenti.

Il pagamento, ha riferito il Ministero, rafforzerà la partecipazione del Brasile alle decisioni dell’istituzione e favorirà il finanziamento di investimenti privati con un impatto socioeconomico positivo, in linea con l’agenda di sviluppo nazionale.

Il Paese ha inoltre iniziato a pagare le rate complete della Banca di Sviluppo dell’America Latina e dei Caraibi (CAF) e del Fondo Finanziario per lo Sviluppo del Bacino di La Plata (Fonplata).

 

Ambiente

Nell’anno in cui ha ospita la 30ª Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP 30) a Belém, in Brasile, ha anche onorato i suoi impegni nei confronti delle seguenti organizzazioni per la tutela ambientale. Tra i pagamenti più significativi figurano quelli effettuati alle seguenti istituzioni:

  • Convenzione sulle Specie Migratorie (CMS);
  • Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD);
  • Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES).

Fonte: Agência Brasil

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 22 Luglio 2025
Mercoledì 16 Luglio 2025

Embraer sigla un maxi-contratto con la Danimarca: 45 jet venduti per 21,8 miliardi di reais

La brasiliana Embraer, terzo maggiore costruttore di aeromobili commerciali al mondo, ha annunciato la vendita di 45 jet della famiglia E195-E2 alla compagnia aerea SAS (Scandinavian Airlines), attualmente in fase di ristrutturazione e sotto nuova direzione strategica danese. L'accordo, il più importante mai siglato da SAS per numero di velivoli dal 1996, ha un valore stimato di 21,8 miliardi di reais (circa 4 miliardi di dollari), e rappresenta una delle maggiori commesse internazionali della storia recente dell’industria aeronautica brasiliana.

Secondo quanto comunicato dalla presidenza della Repubblica del Brasile e confermato da fonti ufficiali dell’azienda, l’accordo prevede anche opzioni per ulteriori dieci aeromobili. Le consegne inizieranno nel 2027 e si estenderanno nei quattro anni successivi. I jet E195-E2, noti per la loro efficienza e sostenibilità, saranno equipaggiati con motori Pratt & Whitney GTF, in grado di ridurre il consumo di carburante del 29% e il rumore del 62% rispetto alla generazione precedente. Inoltre, gli aeromobili sono già compatibili con carburanti sostenibili (SAF) fino al 50%, con certificazioni in corso per il 100%.

La transazione arriva in un momento geopolitico delicato: mentre l’industria aeronautica globale guarda con attenzione alle potenziali restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti, in particolare sotto l’amministrazione Trump, Embraer rafforza la propria presenza sul mercato europeo, consolidando legami con un partner strategico e ampliando il proprio portafoglio in una regione che punta sempre più a una transizione verde nell’aviazione.

L'annuncio ha avuto un impatto positivo anche sui mercati finanziari: le azioni di Embraer hanno chiuso la giornata in rialzo alla Borsa di San Paolo, raggiungendo il massimo storico. Per il governo brasiliano, il contratto è stato celebrato come un esempio di diplomazia econômica bem-sucedida e come una prova della competitività della tecnologia nazionale sul mercato internazionale.

Oltre al valore economico diretto, l'accordo è considerato un passo importante nella strategia di SAS di rinnovamento della propria flotta, volta ad aumentare l'efficienza operativa, ridurre l'impronta ecologica e offrire maggiore flessibilità sulle rotte europee. Per Embraer, si tratta di una conferma del ruolo centrale che gli E-Jets di nuova generazione giocano nel mercato dei velivoli regionali, dove la concorrenza si fa sempre più serrata con modelli come l’Airbus A220.

Con questa nuova commessa, Embraer rafforza non solo la sua presenza in Europa, ma anche la fiducia del mercato nella propria capacità industriale e di innovazione. In un contesto globale incerto, l’industria aeronautica brasiliana dimostra così di poter essere protagonista nello scenario internazionale.

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Mercoledì 16 Luglio 2025
Mercoledì 16 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Slovacchia

Slovacchia, inflazione doppia rispetto alla media UE: cresce il rischio di crisi per le famiglie

La Slovacchia sta attraversando una fase economica difficile, con l’inflazione che cresce a un ritmo tra i più alti dell’Unione europea. Secondo i dati di maggio, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato del 4,3% su base annua, quasi il doppio rispetto alla media dell’eurozona, ferma all’1,9%. Il Paese figura tra i cinque Stati membri con la maggiore inflazione dell’UE.

L’aumento più marcato ha riguardato alimentari e bevande, i cui prezzi sono saliti dell’1,3% solo nel mese di maggio. Anche altri settori, come l’istruzione, hanno registrato rincari significativi, con costi cresciuti del 10% su base annua. Più contenuti, invece, gli aumenti nel settore dei trasporti. Tra le cause immediate dell’inflazione ci sono recenti interventi di politica fiscale, come l’aumento dell’IVA, l’introduzione di nuove imposte sui pagamenti bancari e una tassa sullo zucchero. La Banca nazionale slovacca avverte che queste misure avranno un impatto ancora più evidente nei prossimi mesi. Per il 2025, la banca centrale prevede un’inflazione media annua del 4,4%, il che significa che le famiglie slovacche dovranno affrontare un’ulteriore erosione del potere d’acquisto. Un acquisto da 100 euro oggi costa in media circa 104 euro rispetto a un anno fa, comprimendo i bilanci familiari e obbligando le persone a ridurre i consumi. Gli analisti non prevedono un miglioramento a breve. Al contrario, ritengono probabile un ulteriore aumento dei prezzi nei mesi estivi, aggravato da una base di confronto più bassa rispetto all’anno precedente.

L’inflazione resta dunque uno dei principali problemi economici per la Slovacchia, dove i consumatori si trovano costretti a ponderare attentamente ogni spesa.

 

Ha un cuore italiano il progetto per portare il nucleare pulito in Slovacchia

La società statale slovacca Javys ha indetto una gara d’appalto del valore stimato di 15 milioni di euro per servizi di consulenza relativi alla costruzione e al finanziamento di una nuova centrale nucleare. Il consulente selezionato assisterà la società nella conclusione dei contratti necessari. Nel frattempo, Javys (51%) ha costituito una joint venture con Newcleo (49%), denominata CVP, con l’obiettivo di costruire quattro reattori nella località di Jaslovské Bohunice, per una capacità installata complessiva di 800 MW. I nuovi impianti produrranno energia elettrica utilizzando combustibile nucleare esausto, segnando un passo importante verso l’economia circolare nel settore energetico. Secondo quanto riportato da OKTE, nel 2023 l’energia nucleare ha rappresentato il 61% della produzione elettrica slovacca, seguita da quella idroelettrica (17%) e da quella a gas (10%).

Grazie a questa composizione, la Slovacchia ha ridotto per la prima volta la propria impronta carbonica sotto i 100 gCO₂/kWh, raggiungendo i 99 gCO₂/kWh, uno dei valori più bassi d’Europa dopo Svezia, Francia e Finlandia. Newcleo, con sede a Torino, punta a chiudere il ciclo del combustibile nucleare e a rivoluzionare il settore con soluzioni sostenibili e replicabili, basate sull’uso di piombo liquido come refrigerante e combustibile riciclato come fonte. Il modello sviluppato per la Slovacchia potrebbe diventare un benchmark europeo per la gestione sostenibile delle scorie e la produzione di energia pulita: un esempio concreto di sinergia tra tecnologia italiana, know-how industriale e cooperazione strategica internazionale. L’azienda di Stefano Buono ha inoltre recentemente firmato, presso la sede della società statale slovacca JAVYS, l’accordo per la creazione del Centro per lo sviluppo dell’utilizzo del combustibile nucleare esaurito (CVP).

Il primo ministro slovacco Robert Fico, durante la cerimonia di sottoscrizione del memorandum d’intesa, ha sottolineato che l’energia nucleare gode del pieno sostegno del governo, ricordando che, nonostante la Slovacchia sia ormai un esportatore netto di energia grazie all’attivazione del quarto blocco di Mochovce, entro il 2040 il fabbisogno nazionale di elettricità potrebbe aumentare fino all’80%.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

Ultima modifica: Mercoledì 16 Luglio 2025
Mercoledì 16 Luglio 2025

Settore pompe di calore in difficoltà in Slovacchia: calano ordini, aumentano le perdite

Il settore delle pompe di calore in Slovacchia sta attraversando una fase di difficoltà a causa della domanda in calo in Europa, nonostante investimenti significativi da parte dei principali produttori tedeschi e di altre aziende europee. 

La nuova fabbrica di Senica del produttore tedesco Vaillant ha chiuso lo scorso anno con una perdita quintuplicata a 46,3 milioni di euro, nonostante un aumento del 54% delle vendite, salite a 243 milioni di euro. Lo stabilimento, entrato in produzione nel 2023 dopo un investimento di 120 milioni di euro, ha ridotto il personale da 560 unità a fine 2023 a 478 un anno dopo. Rimane in sospeso la decisione su un ulteriore investimento da 130 milioni di euro previsto a Palárikovo. Vaillant ha ridotto di 100 unità anche il personale nello stabilimento di Trenčianske Stankovce, sceso a 890 dipendenti. In questa sede, i ricavi sono calati dell’8% a 441 milioni di euro, mentre l’utile netto è cresciuto del 25% a 13,3 milioni di euro. Nello stabilimento di Skalica, i ricavi sono rimasti stabili a 400 milioni di euro, ma l’utile si è dimezzato, scendendo a 15,4 milioni di euro.

Anche il concorrente tedesco Stiebel Eltron ha rivisto i propri piani. L’azienda aveva annunciato un investimento da 26 milioni di euro a Poprad e l’assunzione di 100 nuovi addetti, ma ha invece tagliato 150 posti di lavoro, riducendo la forza lavoro a 350 persone. Le vendite sono diminuite di un terzo a 49 milioni di euro, mentre l’utile si è ridotto di due terzi, fermandosi a 1,4 milioni di euro.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

Ultima modifica: Mercoledì 16 Luglio 2025